
Gentiluomo ed artista di altri tempi, con occhi infervorati di passione, l’attore e regista Orazio Aricò racconta la sua carriera artistica, iniziata all’età di 14 anni. Lui ha vissuto i tempi del mito del cinema americano, dei grandi attori Hollywoodiani e del cinema italiano, ed è proprio dal cinema che parte la sua formazione. Iniziò osservando ed imitando le movenze sceniche e la modulazione della voce di attori del calibro di Gregory Peck, James Stewart. Inizia la sua prima esperienza, come comparsa, nel film “Villa Paradiso”. Durante il corso degli anni fa anche esperienze radiofoniche come speaker in radio Catania International, radio Vulcano e radio Aldebaran. La sua vera vocazione però è per il teatro, soprattutto dialettale. Nonostante la sua formazione artistica sia in lingua italiana, la sua massima espressione è nel teatro siciliano, vincendo, assieme ad altri cinque artisti, l’ambìto premio “Santi Correnti”nel 2012, come simbolo della sicilianità nel mondo.
La sua carriera teatrale spazia dalle commedie al racconto di poesie. Amante del teatro da salotto, dove può interagire con il pubblico , Aricò trasforma le sue poesie in un momento di vita reale, in cui tutti possono calarsi nella scena, rievocando ricordi di vita vissuta, di esperienze comuni; il pubblico da spettatore diventa attore della scena, oggi potremmo dire come nel cinema in 5D, in cui però il virtuale altro non è il momento della scena, come se si stesse svolgendo in quel preciso momento per la prima volta.
Il segreto del successo? Aricò- afferma- sta nella “parola”, la parola è “magica”. Lo studio della parola, del suono, del valore letterale, della comunicazione insita nel suo significato, sta alla base di qualunque scena si voglia rappresentare. La naturalezza dell’espressività è ciò che distingue il teatro dal “buon” teatro.
Aricò dopo anni di carriera teatrale, sia come attore che regista affiancato da grandi artisti siciliani , come Ciccio Sineri, nelle prestigiose commedie come “Così è se vi pare”, “Gatta ci cova, “Berretto a sonagli”e commedie shakespeariane, nel 2010 inizia la sua carriera da solista, “raccontando_ dice- la poesia. I suoi, sono monologhi, scritti di suo pugno, ricchi di espressività e coloriti nel linguaggio, riuscendo a catturare attenzione, sorrisi e plausi con una naturalezza “architettata”, con argomentazioni simili al verismo verghiano, di vita vissuta, fatti reali, che caratterizzano il nostro “essere siciliani”.
La redazione di Acicastello on line, ringrazia il maestro Orazio Aricò per l’intervista concessa, conferendogli il Premio della Stampa per la prestigiosa carriera artistica.
Valeria Barbagallo






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