Secondo un’indagine Istat il 76,6% dei bambini delle elementari legge ancora libri per l’infanzia,mentre dopo l’ingresso nella scuola media,preferisce impiegare il tempo libero navigando su Internet o messaggiando attraverso lo smartphone.Un dato allarmante che riporta alla polemica scaturita nei giorni scorsi sulla possibilità di poter utilizzare lo smartphone anche a scuola.

Il disinteresse per il mondo della lettura su carta stampata non è un fatto nuovo,ma oggi ci troviamo di fronte a una sorta di adolescenza anticipata e se da un lato ci si chiede se la scuola non faccia abbastanza per diffondere l’interesse alla lettura,dall’altro vi è l’emergenza di indagare e approfondire i modi per far riprendere ai bambini questa sana abitudine.
In realtà i primi educatori alla lettura dovrebbero essere i genitori,ma purtroppo anch’essi sembra non abbiano più il tempo di leggere le fiabe della buonanotte. La lettura,ci insegna Pennac,deve essere vissuto come momento libero e piacevole,che stimola la curiosità e non come un’ attività ancorata ai tempi scolastici.
Ma è anche vero che un buon insegnante,quando applica un metodo di didattica alla lettura,crea l’atmosfera giusta per invogliare gli alunni,per farlo sembrare un momento unico in cui sognare e fantasticare attraverso i protagonisti dei romanzi.
Alle scuole medie,il momento della narrativa spesso diventa noioso,l’insegnante fa leggere gli alunni,soprattutto quelli che hanno più difficoltà nella lettura,così l’ora di narrativa diventa un momento per distrarsi e una trama spezzettata perde la magia dell’evocazione di imprese dei protagonisti del romanzo.
Fortunatamente molti insegnanti,durante la pausa estiva,assegnano agli alunni la lettura di almeno tre libri,ma spesso i titoli sono “imposti”,quando invece si dovrebbe lasciar libera scelta,privilegiando i gusti dei bambini,perchè se è vero che i libri debbano essere consigliati,accessibili e di piacevole lettura è opportuno che i giovani lettori abbiano un primo contatto con il mondo della letteratura attraverso lo sviluppo della propria sensibilità e dei propri interessi,purchè si tratti di libri che rispecchiano i valori della collettività.
Valeria Di Bella







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