
Fino a circa i quattro anni d’età,la famiglia rappresenta il fattore più importante per la crescita del bambino,in considerazione del fatto che le altre influenze ambientali ricoprono il loro ruolo educativo negli anni successivi.
Un’educazione che ottenga risultati positivi implica diversi fattori,senza i quali si avrebbe uno sviluppo pregiudizievole dei bambini. Aspri disaccordi tra i genitori,problemi economici,noncuranza e ignoranza delle norme ostacolano e deviano la crescita umana dei figli. Soprattutto laddove vi sia la deprivazione economica,quasi sempre è presente l’emarginazione sociale e l’assenza di una buona formazione culturale,con un linguaggio povero usato nell’ambito della famiglia,legato soltanto a bisogni di carattere pratico.
Il bambino in questo ambiente matura scarse capacità cognitive,in assenza di un colloquio attivo e stimolante con i genitori,quando si confronterà con i compagni di scuola,si sentirà inadeguato ed emarginato e svilupperà sentimenti di astio e rifiuto che in realtà nascondono soggezione. Si sentirà al sicuro con la propria famiglia e accettato solo nel proprio territorio,con il vicinato,come in una sorta di ghetto.
Ma anche nelle famiglie dove è presente un benessere economico possono presentarsi difficoltà nei processi di apprendimento,laddove esistano dei genitori semi-analfabeti con scarso interesse per la formazione dei propri figli.
Il bambino cresciuto in un ambiente di lassismo educativo,in sostanza ,è destinato quasi sempre a manifestare una sintomatologia legata ad insicurezza emotiva e atteggiamento di chiusura verso il gruppo-classe.
Quindi sia i bambini provenienti da classi sociali disagiate,che quelli provenienti da classi sociali più abbienti ma con una scarsa cultura,presenteranno sempre le stesse problematiche di avversione al sistema scolastico,seppur in modi differenti. Perchè spesso,nel secondo caso,i bambini vengono educati a primeggiare in maniera arrogante sugli altri,rischiando di scatenare un senso di frustrazione.
Compito della scuola è quello di porre l’accento su un contenuto mentale formalizzato,da far assimilare ai propri alunni,rispettandone la cultura di provenienza e motivandone le attività programmate per il futuro di ogni singolo bambino.
I vari studi oggi cercano di rimuovere lo svantaggio culturale e ad elaborare e proporre opportunità educative da realizzare in loro favore,ma purtroppo la fetta più grossa della futura classe
dirigente sembra essere sempre quella società privilegiata finchè le cose non cambieranno.
Valeria Di Bella






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