
La notizia annunciata il 31 gennaio 2017 dal Ministro Dario Franceschini ha riempito di orgoglio e felicità palermitani e siciliani.
Che Palermo sia meravigliosa dal punto di vista artistico-culturale non è una novità, lo sanno i siciliani e anche i turisti che ogni anno la visitano.
La città è stata eletta “Capitale Italiana della Cultura 2018”, oltre che per la sua bellezza, grazie ad un progetto originale presentato alla candidatura.
Adesso la bella “Panormus” (città tutto porto), culla di antiche civiltà, dovrà fare i conti con le aspettative di chi l’ha eletta e di tutti coloro che andranno a visitarla.
Già pochi giorni dopo la grande notizia un motore di ricerca per appartamenti, Hundredrooms, ha rilevato un incremento del 28% di richieste di alloggi in affitto a Palermo.
Questa è l’occasione in cui la cultura, e lo sappiamo che la Sicilia ne è colma, può e deve diventare il motore trainante per la ripresa economica.
I fondi non mancano, all’amministrazione è arrivato un milione di euro, grazie alla nomina a capitale della cultura, che si va a sommare ai 6,4 milioni di investimenti previsti.
Immensa responsabilità per chi governa le sorti della città ma anche per i cittadini stessi che dovranno imparare a rispettare meglio la città e a dare il buon esempio ai visitatori.
Palermo, come tutta la Sicilia, potrebbe vivere di rendita, cosa che ha fatto per anni e continua a fare, ma nonostante ciò le sue tradizioni e la sua bellezza verrebbero amate ed apprezzate in tutto il mondo. E allora se siciliani e politici prendessero coscienza del vero valore che possiedono ed aiutassero la città, l’isola, ad aprirsi al mondo dotandola di servizi, organizzazione, abbellendola un pochino come si fa con la propria casa quando si aspettano ospiti, cosa succederebbe?
Si spera che questa importante nomina sia solo il punto di partenza per arrivare ad un traguardo più grande.
Laura Ciancio






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