TRADIZIONI E DINTORNI – LA PERLA IN VAL DI NOTO: “MILITELLO IN VAL DI CATANIA” TRA MEMORIE E SAPORI


Per chi non lo sapesse, un tempo il nome completo della cittadina era Militello in Val di Noto, per distinguerla da Militello Rosmarino, in Val Demone. Successivamente, poiché situata a circa 45km da Catania, nella rigogliosa piana catanese, le è stato dato l’appellativo ufficiale di Militello In Val di Catania.

Certamente lo stile Barocco che contraddistingue  tutti i suoi monumenti, sono tipici della Val di Noto, e, le numerose Chiese, palazzi e necropoli rupresti, sono l’attestazione di insediamenti di civiltà antichissime risalenti addirittura a metà del primo millennio a.C.

Chi arriva a Militello in V.di C. ha come la sensazione di trovarsi in una realtà architettonica insospettabile, ogni scultura cela una storia d’amore, di potere, di sangue, di dolore; si può ancora respirare quell’atmosfera lenta e genuina, in cui presente e passato sono mescolati all’unisono. Sembra quasi rappresentare una di quelle descrizioni verghiane.

Tra le tradizioni e feste popolari più importanti della cittadina, ricordiamo le due  feste patronali, quella del S.S. Salvatore che si celebra il 18 agosto, e quella della Madonna della Stella l’8 Settembre. Da annoverare anche la festa di S. Benedetto, molto sentita, che si celebra l’11luglio. Le due feste Patronali risentono molto dei retaggi secolari, le cosiddette lotte di campanile; difatti i Comitati per i Festeggiamenti, sembrano sfoderare abilità competitive a suon di fuochi d’artifici più spettacolari, addobbi delle strade più ricercati, archi luminosi più innovativi, ospiti più popolari. Una lotta vera e propria , quasi manzoniana, che da un lato unisce nella fede e dall’altro divide per rivalità.

Un’altro momento festivo dedicato stavolta alle tradizioni enogastronomiche è quello della Sagra della mostarda e del ficodindia. Quest’anno la Sagra, giunta alla sua XXVII edizione,  ha voluto coinvolgere più spettatori dividendosi  nei primi due week end di Ottobre.

Ha riscosso molto successo, con visitatori provenienti da tutta la Sicilia. Tutte le associazioni presenti quest’anno hanno certamente valorizzato la sagra all’insegna del gusto e dell’innovazione. Inoltre, occorre ricordare che Militello è stato selezionato dalla Regione Siciliana come centro culturale enogastronomico in cui si svilupperà il progetto “Territori del vino e del gusto”, assieme ad altri 34 enti locali.

Ma cosa offrivano gli stand? Beh, immancabile certamente la regina indiscussa della sagra: la Mostarda di fichidindia. Calda o già nelle formine, la mostarda è , assieme alle “cassatiddine”, il dolciume tipico di Militello, in tutte le sue varianti. La gastronomia tipica militellese è sostanzialmente quella dolciaria. Infatti altri dolci presenti in tutte le pasticcerie sono quelli a base di mandorle,  miele, vino cotto e pinoli. Ricordiamo gli “’nfasciatelli”, la “cuccìa”, e la “pipirata”, legati soprattutto ad alcune ricorrenze festive.

Il ficodindia, frutto tipico del periodo , assieme ai melograni, è il principe della sagra. La tradizione vuole che il ficodindia si distingua dai cosiddetti “Bastardoni”o “Scozzolati”, ovvero la seconda fioritura (che in molti ritengono più celebrativa del gusto), proprio perché ritenuto la primizia in assoluto di questo frutto, sostanzialmente rintracciabile lungo gli argini delle strade, in terreni medi e grossolani di natura lavica. Infatti , chi non si è mai fermato a raccogliere i fichidindia dai pali ?

Il ficodindia, colorito e genuino, contiene dei nutrienti importanti, quali vitamine e fibre e spesso viene utilizzato come integratore contro la fatica e lo stress.

La sagra ha incentrato la valorizzazione della tradizione anche attraverso spettacoli e mostre d’arte. Ricordiamo tra i famosi artisti militellesi:Cannata, Emilio Greco, Santo Marino, Sebastiano Guzzone, che hanno artisticamente dato lustro all’arte militellese. Inoltre, è stata data l’opportunità ad artisti emergenti di esporre le proprie opere artistiche.

Gli spettacoli, sia musicali con la partecipazione di alcune band: Honey Pie, Saulo’s Soul group, Bellamorèa; sia cabarettistici: il duo Toti e Totino, Gino Astorina e Vincenzo Spampinato, hanno regalato momenti gioviali di intrattenimento.

Quest’anno si è inoltre potuta apprezzare una nuova visione in chiave innovativa della sagra. Non solo celebrazione del gusto e memoria della tradizione , ma la voglia di restituire alle nuova generazioni la consapevolezza della  storia del proprio patrimonio culturale, tutelandone l’ambiente, il paesaggio, e rendendolo uno dei siti patrimonio dell’UNESCO più valorizzato.

Ritengo, personalmente, che la mission di ciascun Comune dovrebbe essere quella di cercare di attrarre quanti più giovani al proprio territorio, creando opportunità di crescita e sviluppo. Perché l’identità di ciascun essere umano si rappresenta nel luogo in cui hanno le radici.

Valeria Barbagallo

(Dedicato a mio figlio Francesco, in memoria di suo nonno Paolo).

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