SETTORE: ARTE E TERRITORIO
Se, come dice il detto, chi fa da sè fa per tre, Giuseppe Lo Basso fa per tutti. È un artista poliedrico, con lui tutto ciò che è atipico diventa normalità. Anticonformista e vivace nell’apprendimento , Giuseppe mostra capacità fuori dal comune sin da bambino. Infatti, chiacchierando con lui davanti ad una cioccolata calda ed un caffè, con molta naturalezza racconta la sua infanzia come se fosse stata uguale a quella di tanti altri ragazzini. È sbalorditivo sapere che già ad otto anni improvvisa uno spettacolo con due pupi siciliani dinanzi ad una platea di venti persone, inventando sceneggiatura, testi e con le manovre di un artista già formato.
La cosa sarebbe stata quasi normale se la sua famiglia fosse stata di pupari, che si sa, di solito tramandano quest’arte da padre in figlio. Per lui, invece si è trattato di uscire fuori dalle righe ed immettersi in un mondo artistico riservato a pochi.
Oggi , Peppe 45 anni, single, di Caltagirone ,si racconta non solo nella sua veste di puparo, ma anche di musicista, di fuocoliere, di mago, di intrattenitore. Beh, del resto c’era da aspettarselo da un tipo così straordinario ed unico.
Dopo una adolescenza tra scuola e teatro, arriva la sua prima esperienza importante. A 21 anni avvia un laboratorio di marionette in una casa di cura per malati di mente. Un’esperienza che lo segnerà nella sua carriera e nella sua vita. Il laboratorio impegnava i pazienti in lavori creativi di precisione ed ingegno, riuscendo a creare dei pupi siciliani molto originali.
A 23 anni, incoraggiato dall’esperienza precedente, inizia un percorso di divulgazione e comprensione dell’arte pupara, e si rivolge alle scuole, ai musei, ai teatri, alle carceri.
Peppe ci racconta, che essere un puparo significa saper fare tanti mestieri, dalla scelta dei materiali alla costruzione dei pupi, alla pittura , alla vestitura, alla sceneggiatura, alle musiche , agli arrangiamenti, nonché alla conoscenza delle opere da mettere in scena, al saper manovrare i fili che reggono e danno movimento ai pupi. Si pensi, che originariamente tutti questi compiti erano distribuiti ai vari membri della famiglia pupara. Lui fa tutto da solo, eccetto cucire i vestiti.
Con dedizione, col suo mitico furgone, che non passa inosservato, gira per ogni dove cercando di mantenere viva la tradizione di quest’arte.
Si resta stregati dalle musiche da lui suonate. Con il tamburo a cornice ed il marranzano crea il cosiddetto “cunto suonato”, che introduce la scena. Le opere rappresentate , in cui è possibile notare una mescolanza di varie arti, sono ispirate all’epopea carolingia, alle crociate, ad Ariosto, alla mitologia.
È autore di due cortometraggi, realizzati assieme ad un laboratorio didattico tutto al femminile, che raccontano la storia di “Ettore contro Achille” e “Orlando a Roncisvalle”.
Un’altra esperienza forte , è stata quella all’insegna dell’integrazione. Infatti in un centro di accoglienza ha creato un laboratorio dedicato ai bambini egiziani per insegnare la nostra cultura, realizzando uno spettacolo di pupi sulla Natività.
Il suo sogno nel cassetto, ci svela, è quello di riuscire a far diventare Taormina la “patria della cultura popolare siciliana”. Taormina, nota per la concentrazione di turismo multietnico, certamente è la culla dei segreti della nostra terra.
Già il suo sogno sembra vicino alla realizzazione, dato che la scorsa stagione estiva ha avuto modo di farsi conoscere nella vicina Castelmola, al Museo Teatro del Castello.
I suo prossimo evento è a Natale all’agriturismo Colle San Mauro di Caltagirone, con il suo teatro di pupi siciliani e con spettacoli di intrattenimento.
La redazione di Acicastelloinforma , nel ringraziare Giuseppe Lo Basso per l’intervista concessa, porge i migliori auguri di una carriera artistica brillante.
Valeria Barbagallo







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