Le origini della soia


           

Da sempre la soia ha costituito per i popoli orientali la principale fonte di proteine,con circa quattrocento modi di cucinare o utilizzare i suoi semi. Oggi questa pianta,dopo vari studi, ha trovato diversi impieghi,anche a livello industriale e come sostituto di diversi alimenti per chi è intollerante al lattosio nell’occidente.

I popoli dell’Estremo Oriente sono essenzialmente vegetariani e dai vegetali traggono la maggior parte delle proteine indispensabili per la vita. queste ultime sono fornite soprattutto dai semi di soia,che costituiscono il 20% della dieta base.

Le sue origini sono antichissime,addirittura si pensa in epoca preistorica e la prima notizia scritta pervenuta si trova in un libro sulla flora della Cina,che la tradizione attribuisce all’imperatore Sheng-Nung.

Essa risulta annoverata fra i cinque semi sacri,quindi fra le prime leguminose che l’uomo abbia imparato a coltivare.

In Europa venne importata nel secolo XVII dal botanico tedesco Engelbert Kaempfer,che aveva studiato due anni in Giappone.

Nel 1740,dei semi di soia vennero piantati nel Giardino Botanico di Parigi e 50 anni dopo a Kev,in Inghilterra.

Inizialmente la coltivazione ebbe un interesse scientifico,successivamente grazie agli studi dell’austriaco Friedrich Haberland,la sua coltivazione venne effettuata su larga scala e la pianta ottenne un successo che ha resistito al tempo.

Nel Nord America invece fece il suo ingresso più tardi,nel 1804,ma venne attentamente studiata per produrne diverse varietà adatte ai diversi tipi di clima e di ambiente per ricoprire un posto degno nell’economia americana.

Valeria Di Bella

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