I RAGAZZI DELLA LIVIO TEMPESTA SI COMMUOVONO: LA STORIA DI LUIGI PER “OFFRIRE UNA GRANDE  OPPORTUNITÁ DI VITA”: DONARE GLI ORGANI


Non c’è stata soddisfazione più grande che vedere gli alunni dell’ Istituto Comprensivo  Livio Tempesta letteralmente catturati per tutta la durata del convegno sul “Valore della donazione degli Organi”.

Non si è trattato solo di spiegare cosa significhi espiantare gli organi per allocarli in un altro corpo, sebbene questi tipi di argomentazioni fossero di grande curiosità per i ragazzi.

Si è andati oltre.

L’argomento è stato introdotto dal dirigente scolastico in quiescenza Prof. Dr. Giuseppe Distefano, con il supporto del Prof. Dr. Domenico Grasso , Docente di Chirurgia Cardiaca presso la facoltà di medicina di Catania e Cardiochirurgo U.O. “Ferrarotto “ di Catania, e le testimonianze di donazione e trapianto di Salvatore Ruggeri, Maria Grazia Cuomo, di Marilù Mannino.

Il Prof. Dr. Grasso ci ha spiegato che il trapianto degli organi non è il punto di arrivo, bensì quello di partenza di una nuova vita.

Purtroppo gli organi non possono essere riprodotti in laboratorio, per questo è necessario che si capisca l’importanza del consenso alla donazione. Quando avviene la cosiddetta morte cerebrale, ossia la distruzione di tutte le parti del cervello a causa o di occlusione dei vasi sanguigni, o degli aneurismi, o di tumori al cervello o ancora emorragia cerebrale, il corpo perde tutti i riflessi e può essere tenuto in vita solo dai macchinari. Questo è l’ultimo stadio del coma ed è irreversibile, pertanto l’unica cosa sensata da fare è dare la possibilità di poter salvare altre vite umane espiantando gli organi perfettamente funzionanti.

A Roma c’è il Centro trapianti Nazionale che si occupa della rete della sicurezza, ovvero interconnette i Centri di trapianti con i centri di coma cerebrale. Ciò consente di rendere un servizio veloce ed efficiente.

La pratica del trapianto non ha origini lontanissime,  basti pensare che il primo risale al 1900, con il trapianto di cornea, messo secolo dopo si arriva al trapianto del Rene, nel 1958 del midollo osseo, mentre il primo trapianto di cuore risale al 1967 in su Africa. In seguito sono stati effettuati anche i trapianti dei tessuti (pelle, valvole cardiache, mani, pancreas, etc).

Il problema di fondo è che, nonostante i grandi successi della medicina, rimane molta diffidenza ad acconsentire alla donazione , mentre chi è riuscito ad ottenere un trapianto sa dell’importanza del gesto del proprio donatore.

Il Prof. Dr. Distefano ha raccontato la sua storia personale e soprattutto cosa lo ha indotto a girare per le scuole a diffondere la cultura della donazione.

Tutto ha avuto inizio quando sua figlio Luigi a soli 9 anni tornando da scuola, a seguito di un convegno scolastico sulla donazione,  chiese ai propri genitori cosa ne pensassero della donazione degli organi. Inizialmente- confessa Distefano- ci fu un rifiuto a voler trattare l’argomento. A distanza di qualche giorno , Luigi ripropose la stessa domanda ai suoi genitori, ed anche stavolta non si espressero fino a che la celebre frase di Luigi cambiò totalmente il modo di pensare dei genitori : Ma non vedete che vi sto offrendo una grande opportunità di vita? Quasi un preludio di ciò che sarebbe accaduto cinque anni e mezzo dopo. Un tragico incidente con la bici lo ridusse in coma. Dopo tre interventi entrò in coma irreversibile. Per i genitori ,nonostante il dolore del momento, nonostante la rabbia, acconsentire alla donazione degli organi significò “tornare a respirare”. Era la volontà di Luigi, la sua vita in cambio di sette vite  salvate. Un pò come la storia del piccolo Nicholas Green , che tutti ricorderanno per la tragica vicenda durante le sue vacanze in Italia.

Sentire parlare un padre, che ha vissuto la perdita di un figlio, con il fervore di chi ha creduto in quel gesto e che lo ha condotto a fare proselitismo nelle scuole, ha scosso i sentimenti più intimi di tutti, dei docenti  e dei ragazzini immedesimatisi in Luigi.

Forti  sono state le testimonianze di chi ha ricevuto il beneficio del trapianto. È il caso di Maria Grazia Cuomo, la quale ci racconta che lei ha sempre avuto il senso della donazione. Infatti, era una donatrice Avis , fin quando dalle analisi le venne riscontrato un problema al cuore. Le venne diagnosticata la cardiomiopatia dilatativa. Da allora la sua vita cambiò radicalmente. Dopo 12 anni si aggravano le sue condizioni ed entra ufficialmente in lista di attesa. Nel frattempo ebbe la necessità di fare un intervento all’addome, ma il cuore non resistì. Andò in arresto cardiaco e venne tenuta in vita dal macchinario che le faceva funzionare il cuore ed i polmoni. Grazie a l gesto d’amore del suo donatore nel 2006 subisce il trapianto ed oggi sta veramente bene.

Storia altrettanto toccante è quella di Salvatore Ruggeri di Siracusa. Racconta che tutto ebbe inizio da un mal di pancia. Si trovava per lavoro a Fabriano, nelle Marche, e andò in ospedale lì perché il dolore era incessante. All’inizio i sintomi vennero scambiati per quelli dell’influenza, ma poi,  poiché il dolore aumentava fu portato in un altro ospedale, a Perugia. Qui entra in coma. Dopo 40 giorni si risveglia a Torino e poi gli viene raccontato di aver subìto due trapianti di cuore artificiale tenuto attivo dalla pompa Incor . La sua vita era davvero appesa ad un filo. Era legata morbosamente ad una macchina, limitata nei gesti. Finchè un giorno riceve una chiamata con un prefisso che non riconosceva lo “011”. Gli veniva comunicato che era stato donato un cuore e che potevano trapiantarlo. La sua gioia fu immensa, oggi Salvatore vive in tutta libertà la sua vita. Riesco a sentire il battito del mio cuore- dice- e non è una cosa scontata. A volte si pensa poco alle semplici cose.

Un’altra testimonianza, che ha commosso un po’ tutti è stata quella della sorella della maestra “Gisella Mannino” della Livio Tempesta. Colta da un aneurisma , in tre giorni è andata via il 7 aprile 2017.  Una donna piena di vita e solare, sempre attiva tra lavoro e famiglia. I familiari hanno donato i suoi organi, e la cosa che ha impressionato maggiormente è che il cuore di Gisella è rimasto alla Livio tempesta. Infatti, si vocifera che sia stato trapiantato ad un familiare di  un’ alunna della scuola.

Il Prof. Dr. Distefano conclude l convegno dicendo che la donazione è un moltiplicatore di vite. Si riescono a salvare ben sette vite con la donazione di un singolo.

Si ringrazia il Dirigente Scolastico Tarcisio Maugeri e la responsabile della dispersione scolastica Prof.ssa Maria Grazia Bonaccorsi, per aver reso possibile un evento di così grande valore etico.

Valeria Barbagallo

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