Cervelli pendolari


Noi lavoratrici pendolari al di sopra dei 1000 km di distanza siamo gente un po’ stordita, non lo possiamo negare.

Viviamo una doppia vita, per noi deve essere tutto doppio. Due cieli, due case, due beauty, due ciprie, due rossetti, due mascara, due tubini neri che stanno bene con tutto. Succede spesso che il cervello vada in tilt e che al mattino appena ti svegli ti chieda in quale letto hai dormito e dove ti trovi. A volte nella città in cui lavori hai l’impressione di vedere i tuoi amici e nella tua città natale, dove trascorri il fine settimana, pensi di aver incrociato lo sguardo di un collega di lavoro. La confusione regna sovrana, è tutto un groviglio di emozioni, sensazioni, scoraggiamenti, coraggio, desiderio che tutto torni presto alla normalità. Ma nonostante ciò bisogna lavorare sodo e produrre come chi non vive questa condizione. La vita si sa, non fa sconti agli uomini e alle donne di buona volontà.

A occuparsi di questa problematica, che talvolta diventa pure psichiatrica, è lo specialista Massimo Di Giannantonio, dirigente della Società italiana di psichiatria. Secondo lui il il lavoratore pendolare perde molta della sua creatività a causa del tempo sprecato senza produrre. Inoltre gli orari e le ossessioni che governano la vita del pendolare generano diversi momenti di crisi con episodi di nervosismo e di intolleranza soprattutto di fronte a intoppi e perdite di tempo che segnano un avvicinamento di un periodo di crisi.

Dal punto di vista del bioritmo il pendolare ha un andamento ad alti e bassi durante la giornata, con una oscillazione molto più ampia delle persone con una vita normale.

Ed ecco che la pendolarità diventa un modo di essere, uno stile di vita; ci sei tu con un piccolo zaino che viaggia sempre con te, contenente ciò che sei e che non si può sdoppiare, divisa tra due mondi e spesso non sai quale sia il tuo qui ora, devi pensarci un attimo e rendertene conto.

Noi pendolari pensiamo molto, abbiamo molto tempo per pensare: treno, pullman, aereo, attese, ritardi…Abbiamo tanto tempo per ricordarci chi siamo perché spesse volte ce ne dimentichiamo.

Giusi Lo Bianco

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