PAROLA ALL’ESPERTO


A cura della dott.ssa Valeria Barbagallo

PERCHÉ LA COPPIA SCOPPIA?

Oggi uno dei fenomeni più frequenti è la facilità con cui si inizia e si pone fine ad un rapporto di coppia, sia che esso sia un fidanzamento, un matrimonio o più semplicemente una storia.

Le statistiche registrano un notevole incremento di separazioni e divorzi, così come di single in età adulta.

Ma qual è il problema di fondo?

In psicologia  questi fenomeni vengono studiati partendo già dalla prima infanzia, ovvero da quello che viene definito l’attaccamento alla figura del caregiver , cioè la persona di riferimento che normalmente corrisponde alla madre. In base a questo tipo di legame il bambino definirà quelli che poi saranno le relazioni in età adulta con chi lo circonderà. In particolare , la scelta del partner sarà inconsciamente dettata dal tipo di attaccamento avuto col caregiver.

La formazione della coppia è certamente un  iter complesso, in cui entrano in gioco molteplici fattori, l’attrazione sessuale, l’innamoramento, l’affettività, la progettualità. Quando questi fattori subiscono un’ evoluzione  progressiva, dovendosi adattare di volta in volta ai fenomeni di cambiamento che la vita stessa ci impone, è necessario che la coppia sperimenti e trovi la dimensione ottimale per potersi riorganizzare ed approdare allo stadio successivo. Un esempio, per i coniugi, potrebbe essere la nascita di un figlio, la diade si trasforma in triade, e l’ingresso di una nuova vita necessita  una totale riorganizzazione del setting. Questo momento viene definito come un momento critico, perché sebbene sia un evento di grande felicità, nella pratica quotidiana comporta una serie di trasformazioni che vanno dalla nuova gestione dei tempi, al lavoro, alla sessualità, alla realizzazione dei nuovi ruoli, ossia essere genitori.

Altro esempio è quello che accade alle coppie di fidanzati, quando si misurano con obiettivi diversi: la realizzazione nel lavoro per l’uno e la maternità per l’altra, e qui l’evoluzione consiste nel trovare il punto d’incontro affinché possano essere soddisfatti entrambi i desideri in eguale misura.

Ma allora, cosa rende improseguibile un rapporto?

Secondo lo studio di alcuni psicologi  il problema di fondo è la mancanza di ASCOLTO e di DIALOGO. Saper ascoltare , “con la bocca chiusa ed il cervello acceso”, i bisogni del partner, le difficoltà che sta attraversando, lo stato d’animo in cui versa è la ricetta migliore per capire dove sta il problema , per trovare una correlazione tra lo spazio affettivo ed emotivo e soprattutto trovare il giusto registro comunicativo per dialogare. Si parla anche di Ascolto Attivo che prevede la sospensione del giudizio e dei pregiudizi, ovvero l’accettazione incondizionata dell’altro.

Riflettiamo un attimo! Proviamo a pensare a quando ci siamo innamorati di una persona. Ci verranno in mente tutti i momenti iniziali: dall’incontro visivo, al suono della sua voce, all’odore , al contatto delle mani, al primo bacio. Bene, in quel caso tutti i nostri sensi erano incentrati “all’ascolto” di quella persona. E si può parlare (metaforicamente) di ascolto attivo, perché privo di filtri ed incondizionato, proprio perché la non conoscenza è priva di pregiudizi. Si è talmente attratti che si diventa intensamente ricettivi. È esattamente in questo stesso modo che occorrerebbe porsi quando ci si accorge che fattori esterni od interni si pongono da ostacolo nella comunicazione generando incomprensioni, disordini emotivi, sentimenti negativi.

Verbalizzare ciò che si prova e mettere il partner  nelle condizioni di poter ascoltare, è il primo passo per riacquisire la fiducia, azzerare i pregiudizi, evolversi e crescere in un percorso esperienziale  come  persone e come coppia e ridurre i conflitti generati da incomprensioni e da posizioni egocentriche.

F.Pastore sostiene che “Il Sogno, forse “utopistico”… è quello di vedere due persone capaci un tempo di ringraziarsi per quanto di buono c’è stato, di scusarsi per quanto male è stato fatto  e di perdonarsi per quanto male ciascuno ha provato”..!

Valeria Barbagallo

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