Una delle convinzioni più diffuse nell’opinione comune è quella relativa alla mancanza di valori sociali e di ideali nei giovani.
E’ però, tanto diffusa quanto falsa, poiché non vede la risposta che i giovani danno al malessere sociale, operando spesso in solitudine, in assenza di politiche sociali a favore del lavoro, dell’imprenditoria giovanile e dell’incentivazione del settore artistico.
Mancano soluzioni realmente adeguate. La via delle start up innovative è lodevole nella teoria, ma difficile da realizzare sul piano pratico. La precarizzazione del lavoro mortifica l’entusiasmo e l’energia dei giovani.
A chi ha investito il proprio tempo ed il denaro dei genitori nello studio, si trova allora spinto a intraprendere un percorso di autorealizzazione fuori dal proprio territorio, verso paesi stranieri.
Verso quei paesi che, al contrario, investono sui giovani, come la Francia che, ad esempio, destina ai giovani talenti del settore artistico, una parte dei fondi derivanti dall’8 per mille.
Nonostante tutto, resta però, viva nei giovani la voglia di non arrendersi e di non lasciare nulla di intentato per realizzarsi nella propria terra.
Una strada che il regista Francesco Di Mauro ha scelto e che consiglia anche ai suoi coetanei di seguire.
Occorre perseguire le proprie passioni- sostiene fermamente- ed essere curiosi di andare fino in fondo, trovare un perché in tutto, bisogna convincere chi ci sta intorno che ciò che si fa, sia la cosa giusta, e che sia la cosa che faccia stare bene.
Queste, credetemi che non sono solo parole!
Francesco è l’esempio di chi ha creduto nei propri sogni ed in sè stesso.
Ma chi è Francesco?
Ha 25 anni e la sua passione sin da piccolo è la cinematografia. Ha frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia (Scuola Nazionale di Cinema) di Palermo, dove ha avuto l’onore di avere come docenti, grandi nomi del mondo cinematografico, come Gian Maria Cervo e Gianni Oppedisano. Di quest’ultimo ricorda le lunghe chiacchierate fuori dalla scuola, prima della sua scomparsa , il grande insegnamento umano ricevuto e l’alienazione, immaginando di vivere il suo sogno artistico.
Partecipa al Festival Nazionale “Quartieri dell’Arte”, con sede a Viterbo, di cui è Direttore Artistico Gian Maria Cervo. Grazie al talento per la regia dimostrato in questa vetrina importantissima, lo spettacolo sperimentale da lui messo in opera, fa ingresso al “Piccolo Teatro di Milano”.
Quest’esperienza rafforza la voglia di Francesco di realizzare un film che unisca valori sociali, umani e perfezione tecnica. Per lui, ogni dettaglio ha un valore: catturare una luce, un’ombra , un movimento, un particolare, ha un senso ed un significato diverso a seconda di cosa si voglia esprimere.
La sua idea iniziale , ispirandosi al regista e sceneggiatore Francoise Truffaut, era quella di rivolgersi al mondo dei giovani, utilizzando tecniche cinematografiche all’avanguardia.
Quest’idea prende forma quando un giorno per caso, scorge sul web un cortometraggio che racconta come sarebbe potuta cambiare la vita di una bambina inglese, in seguito ad una guerra improvvisa, costringendola a separarsi dai familiari e catapultandola in una terra lontana. Il messaggio è forte e lo conduce a porsi “la domanda giusta”: “Accoglieresti un bambino immigrato a casa”?
Ma Francesco è curioso e vuole scavare più a fondo.
Già qualche anno prima, il suo spirito solidale lo aveva condotto ad un’esperienza umana senza precedenti. Si reca in Nepal tre mesi dopo il terremoto che aveva distrutto la maggior parte dei villaggi. Realizza dei cortometraggi destinati alla raccolta dei fondi per la ricostruzione delle case. Vivere il disagio, la sofferenza per la perdita di ciò che possedevano lo ha segnato profondamente così come la gioia di vedere i loro volti felici per avergli restituito quanto perduto.
Ecco che in questo percorso umano fatto di ispirazioni, di solidarietà, di voglia di lanciare un messaggio sociale partendo dalla realtà contingente e soprattutto dalla propria terra, riesce a trovare le tre parole che danno forma e sostanza a tutto ciò: “LA GRANDE SFIDA”.
Il film a cui sta duramente lavorando è una sfida non solo con se stesso, ma anche per la sua produzione. I temi affrontati saranno di impatto sociale forte, e vedrà convolti ragazzi di scuole medie. Infatti, sono stati provinati 4000 ragazzini, ma solo 22 saranno i protagonisti scelti per le loro particolari caratteristiche. Immigrazione, bullismo, dispersione scolastica, sono temi, quanto mai attuali, che riguarderanno non solo i ragazzi, ma anche, a monte, i genitori. Una vera e propria rivoluzione culturale, che partirà dalla Sicilia, terra di prima accoglienza, per diramarsi in tutto il territorio nazionale attraverso la realizzazione di altri film per ragazzi in altre città. Inoltre, il suo obiettivo è quello di coinvolgere i ragazzi delle superiori a vivere il set nei suoi molteplici settori, dal cameraman al trucco e parrucco, dallo stilista al cuoco per il casting, come una sorta di stage molto pratico ed allo stesso tempo entusiasmante.
In questo ambizioso progetto Francesco, sarà supportato dal suo mentore Gian Maria Cervo che assieme a Joele Anastasi cureranno la sceneggiatura.
Di certo la sua voglia di raccontare, non si esaurirà in questa Grande Sfida, perché Francesco sa che le sfide di qualsiasi natura, economica, territoriale, sociale, sono la linfa vitale della sua volontà di partire da qui, dalla splendida Catania.
Valeria Barbagallo






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