Anticamente con il termine “persuasione” si faceva riferimento all’arte oratoria, l’arte del dire che forniva le soluzioni linguistiche per ottenere effetti persuasivi, suggerendo varie manipolazioni della lingua, (suoni, costruzioni sintattiche, significati).
L’arte della retorica nacque dove si sviluppò principalmente la libera scelta e le condizioni più favoreli alla democrazia, l’antica Grecia.
Veniva esercitata principalmente nella sfera politica, giuridica e sacrale, infatti il discorso persuasivo dell’oratore era fondamentale per influenzare le decisioni del pubblico nelle assemblee e per ottenere consensi spesso ricorreva alla mimica per enfatizzare il discorso.
Nelle società attuali, il discorso persuasivo ha dovuto conquistare nuovi ambiti, soprattutto la pubblicità ha ereditato l’ingegnoso patrimonio della retorica, attraverso nuove tecniche comunicative e abbinando linguaggio visivo e verbale. Vance Packard, studioso di comunicazione di massa, fu il primo a definirla “comunicazione occulta”, infatti complessivamente nel corso dei decenni si è giunti a una minor presenza di linguaggio verbale e una sempre maggiore presenza di linguaggio visivo. Siamo ormai bombardati da immagini che hanno un effetto immediato sul fruitore. Anche in campo letterario gli scrittori hanno preferito semplificare il loro linguaggio e ridurlo e avvicinarlo al parlato, abbandonando forme elaborate di descrizione del contesto in cui è inserita l’opera.
Che sia anch’essa una strategia di marketing per conquistare più lettori?
Valeria Di Bella






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