Senza addentrarci toppo nei meandri dell’ evoluzione storica della famiglia, possiamo considerare che il primo mutamento risale al periodo del Rinascimento, periodo in cui la famiglia da estesa ( patriarcale) inizia a ridursi a famiglia nucleare. Questa prima trasformazione della famiglia è consequenziale a quella di tipo economico e patrimoniale. Infatti, i beni patrimoniali originariamente corrispondenti in immobili e terreni assunsero un controvalore monetario in grado di rendere facilmente suddivisibile l’eredità senza costringere i discendenti a risiedere nella stessa abitazione della famiglia di origine. I fenomeni di urbanizzazione ed industrializzazione segnarono l’inizio della nuova epoca, le famiglie ormai nucleari, mantenevano nonostante tutto, dei principi di successione ereditaria che risentivano dei retaggi di natura patrimoniale in cui i beni dovevano essere preservati all’interno dell’alveo familiare. Infatti, i matrimoni fino a non molto tempo fa erano di natura “pattizia”, un vero e proprio accordo contrattuale tra i coniugi e le loro famiglie, in cui l’oggetto negoziale era innanzitutto “la proprietà”.
Non di rado tutt’oggi si sente ancora parlare qualche anziano che vanta alle spalle un matrimonio di “platino” in cui le parole d’ordine sono state compromesso, tolleranza, clemenza, ma soprattutto di esser riuscito a lasciare ai propri figli immobili , corredi e qualche soldo.
Cosa è successo alle nuove generazioni? Perché i matrimoni durano meno dei fidanzamenti?
La risposta potrebbe essere: “tutta colpa del welfare”.
Il benessere, detto con una punta di amaro in bocca, purtroppo quando è troppo degenera. Il troppo star bene, l’assistenzialismo, la conquista dell’indipendenza lavorativa delle donne, l’introduzione in Italia nel 1975 del divorzio, la nascita di politiche sociali di uguaglianza tra i sessi nei diritti e doveri, sebbene da un lato abbiano apportato dei progressi significativi e positivi, dall’altro ci sono stati gravi abusi al punto di spersonalizzare i ruoli fondamentali di marito e moglie, padre e madre, e di genitori e figli.
I matrimoni, hanno perso nel tempo, la natura “pattizia” ed assunto il valore di libertà di scelta basata sul sentimento, sulla concordanza di valori e di finalità.
C’è stato un mutamento sociale e giuridico dell’asimmetria di potere tra marito e moglie e delle loro responsabilità nei confronti dei figli. Inoltre, il rapporto genitori – figli ha smesso di essere di tipo patriarcale a favore di un rapporto di amore e di cure, senza barriere comunicative.
Se indubbiamente la “famiglia intima” rappresenta una conquista sociale forte, dall’altro canto, venuti meno i presupposti atavici patrimoniali, si sono indeboliti i punti cardine di ciò che prima teneva in piedi la struttura familiare.
Purtroppo, oggi sembra che il presupposto sentimentale non riesca a reggere da solo un rapporto nel lungo periodo, nemmeno se a pagarne le conseguenze sono i figli.
I sentimenti subiscono spesse volte aggressioni dal mondo esterno, poiché uno scarso senso di fiducia aleggia nei rapporti messi a dura prova da nuovo nemico del secolo: il mondo virtuale.
La tecnologia, la velocità di comunicazione, internet , i social network, consentono una capacità relazionale immediata e discreta.
Consentono altresì di alienarsi dietro mentite spoglie in un mondo virtuale parallelo che si pensa di gestire in sordina.
Ebbene, da recenti studi e statistiche , sono emersi dati significativi sulle infedeltà virtuali, nella maggior parte dei casi scoperti, che hanno generato conflitti e separazioni.
Ovviamente questo non è l’unico aspetto delle cause del crollo del sistema famiglia, alla base ci stanno delle lacune affettive, incapacità comunicative e relazionali, affermazione del proprio ego, che emergono con la condivisione dello stesso tetto e delle responsabilità nella cura e gestione dei figli.
Sebbene separarsi sia un diritto personale inconfutabile, è opportuno sottolineare che sarebbe utile ponderare bene a monte se si è in grado di creare e sostenere il “sistema famiglia” che si verrebbe naturalmente a creare, sapendo in anticipo che sarà una dura sfida, che attorno ruoteranno tante difficoltà ed aggressioni dal mondo esterno , che non mancheranno i conflitti e che è giusto che i figli vivano nel loro habitat naturale: LA FAMIGLIA!
Valeria Barbagallo






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