PENNE EMERGENTI – Andrea Romano


 

A cura della dott.ssa Valeria Barbagallo

La libertà di espressione è un diritto di tutti e le parole di oggi hanno il compito di svelare e scindere il concetto “libertà di espressione educativa” da quella “diseducativa“. Non mi stancherò mai di affermare che le parole hanno un peso a maggior ragione quando vengono scritte. E da questo concetto iniziamo pure il nostro viaggio verso il connubio tra moda e musica.

MODA E MUSICA

La Moda, dal latino “modus“, è una tendenza che va ad accomunare più individui tra di loro ed a differenziarli dagli altri in base al contesto sociale e temporale. Se in tempi non molto lontani il concetto rimandava al semplice vestiario, oggi non ci possiamo permettere di mettere in rilievo lo stesso valore semantico che attribuivamo in passato. Ecco allora che dobbiamo considerare il concetto di tendenza soprattutto nel modo di agire e di pensare che hanno un gruppo di persone all’ interno di un dato contesto. Bisogna partire da questa consapevolezza per comprendere che i nostri comportamenti, pensieri e movimenti sociali sono oggetto di studio per il grande sistema che controlla, blocca o lascia fluire le masse, ovvero noi. Chiarita questa breve parentesi introduttiva non è difficile intuire come funzioni la grande macchina dell’ economia. Tra i documenti storici custoditi negli archivi giornalistici del JSTOR ne ho letto uno interessante, pubblicato del 1957 di Georg Simmel, un filosofo e studioso tedesco il quale spiega come “conformità e distiguibilità” danno origine a nuove tendenze. Nel giornale dell’ epoca, THE AMERICAN JOURNAL OF SOCIOLOGY, Simmel parla di “equalizzazione” sociale all’ interno di un gruppo che si differenza da un altro per classe e periodo storico. <<There is more within me>>, c’è di più dentro di me: l’ idea che freme dentro di noi si manifesta esternamente in base alle nostre scelte e io aggiungo, spesso condizionati da input esterni. Il saggio prosegue parlando di “dualità” intrinseca nell’ essere umano dove sia uomini che donne sono mossi dai principi mascolini e femminili al fine di amalgamarsi nel contesto che li accoglie. Applicando il principio di dualità nella natura spirituale scaturisce il sentimento di ricerca e quest’ ultimo muove il soggetto interessato da un esempio all’ altro. Questo schema si ripropone in tutti gli ambiti: sentimentale; sociale; politico; religioso; lavorativo ecc, e a tal proposito possiamo cominciare a parlare di comunicazione e non più di “moda”. Lo stile personale diventa un principio comune tra due o più soggetti e quindi si rivela un identità collettiva o meglio, diverse identità in base ai vari modelli che ci vengono presentati dalla grande macchina dell’ industria. A questo punto colgo l’occasione per riflettere su un dato fondamentale: siamo davvero liberi di muoverci, di vestirci, di pensare e soprattutto di fare il primo passo a prescindere dai condizionamenti esterni o siamo legati da una catena invisibile che ci obbliga a muoverci quando si muovono tutti gli altri? Per riportare un esempio quotidiano: Se uscissimo in pigiama per buttare l’ immondizia davanti al nostro portone, saremmo davvero disinvolti o cominceremo a guardarci intorno e a quello che potrebbero pensare gli altri se ci vedessero? O quante volte ci è capitato di imbatterci in discussioni dove si è preferito il silenzio di fronte all’ arroganza di una maggioranza di vittime della falsa informazione? Tutti questi accorgimenti servono a comprendere come non siamo schiavi perché inghiottiti da questa aggressione mediatica. E la musica che ruolo ha in tutto questo? La musica serve ad abbellire il costume che si vuole trasmettere. Si può trattare di un ideale da aggiungere al nostro quotidiano o di una trasgressione che accende gli animi ed agita le masse.

Facciamo un salto nella prima metà del Novecento quando Marylin Monroe, icona sex-symbol, si fa forte della sua espressione corporea scuotendo l’ opinione pubblica. Nel 1954 la stella hollywoodiana si trovava nella Korea del Nord per far visita alle truppe americane e Hanson W. Baldwin, scriveva aspramente sul comportamento di quest’ ultime definendo i soldati come “dei ragazzini del liceo e non come degli uomini fieri della loro uniforme”. Dalla critica che segue, la figura della donna viene vissuta come una censura e un costume da condannare per il contesto morale di quegli anni. D’ altro canto quella stessa figura era l’ unico spiraglio di luce in una terra che respirava l’ aria pesante degli effetti bellici e nonostante la sua femminilità definita scalmanata e inopportuna, i critici affermano come celebrasse i principi femministi e sessuali nella borghesia moderna. E il mito di Marylin continua con Madonna che ispirandosi decide di copiarla in tutto e per tutto. Basta accostare il nome di entrambe le star ed il web offre una vasta gamma di foto che le ritrae con abiti e acconciature identiche. Un altro esempio è Material Girl dell’ icona pop, un riflesso di Diamonds Are a Girl’ s Best Friends: brano tratto da Gentlemen Prefer Blondes (1953) e che vede la Monroe come protagonista del musical. Mi rincresce dover parlare in questi termini di un talento come quello della Signora Ciccone, ma osservando e studiando il suo personaggio non possiamo nascondere che sia una maschera che cela una profonda fragilità. Segnata dal suo passato, non deve essere stato facile competere nel mondo dello spettacolo e i documenti storici parlano chiaro. La sua insicurezza l’ ha portata a copiare un esempio e quando questo non è più bastato, decide di spingersi con Sex (1992), per mantenere accesi i riflettori: un libro contenente una raccolta di fotografie che la ritrae in scene sessualmente esplicite e accompagnate da un retrogusto del degrado. In quel periodo la critica non usava mezzi termini e condannava la sua carriera sminuendola come artista di fronte a quella di Sharon Stone e di Whitney Houston. Sarà infatti la stessa cantante che lo confermerà con una lettera storica scritta dalla stessa per l’ amico Elton John e dove definisce le sue contemporanee  delle “mediocri”. Miei cari lettori, non è tutto oro quello che luccica e dietro ad un atteggiamento scontroso e apparentemente spudorato si nasconde sempre una grande sofferenza, non dobbiamo mai dimenticarlo. Ciò non significa che ne giustifichi il suo comportamento da ammiratore anzi, prendo le distanze dal suo squallido pensiero. Ed il volto della musica prosegue verso l’ esasperazione con Lady Gaga che nel suo essere controcorrente distrugge ogni principio di moralità, di arte e di umanità. Non ho dubbi sul fatto che sia un talento, ma ho forti dubbi sul suo lato artistico. Essere estrosi e trasgressivi è una prerogativa dell’ artista, ma superare il limite indossando vera carne macellata non rende giustizia al messaggio dell’ artista e lo scrivo con rabbia. Si tratta di un offesa alla dignità dell’ uomo, dell’ arte e soprattutto a quelle creature uccise per capriccio e non certo per necessità. Da uomo mi sono sempre domandato come possa essere possibile che nell’ universo debbano pagare delle creature indifese per la nostra malvagità. E’ dura accettare di vivere per porre fine ad un altra vita figuriamoci di uccidere per soddisfare un capriccio privo di senso e per quanto mi riguarda condanno fortemente questo fenomeno da baraccone! Trovo inutile sforzarsi di essere un clone madonnaro quando viene meno la propria originalità, elemento principale nell’ arte di uomo o donna che sia. Io non sono il classico scrittore che deve scrivere per compiacere il pubblico e volendo cambiare davvero le cose dobbiamo essere pronti ad accettare la realtà dei fatti senza scuse ed agire di conseguenza. Di fronte ad un atteggiamento simile il popolo, fans compresi, dovrebbero far cadere queste personalità nell’ oblio perché quando quell’ abito raffigurante l’ “olocausto animale” fu esposto anche al museo del Rock, nessuno doveva andare a pagare per vedere quell’ offesa alla vita. Questa non è utopia signori! Ma una realtà da applicare che non richiede alcun sacrificio se nonché quello di prendere le distanze come quando si sceglie di votare un partito piuttosto che un altro. Svegliamoci! L’ Italia non è da meno in fatto di eccessi e quando ho approfondito i cenni storici della nostra musica, ho compreso che il nome di Caterina Caselli è passato in secondo piano per l’ immagine ribelle di Patty Pravo. La reginetta storica del Piper era C. Caselli, ma a quanto pare il talento non è tutto. Secondo i giornali dell’ epoca, Patti Pravo spiazza la Caselli per il personaggio che dona alla movida romana, la Beat Music dei quartieri richiedeva un personaggio fuori controllo a prescindere dal talento accendendo il fervore delle masse attraverso una sensualità spudorata. La stessa cantante riconosce di aver avuto “fortuna” nella scalata verso il successo in quanto la sua formazione artistica era pressoché assente in materia di canto. Aveva sicuramente studiato pianoforte ma mai canto! Per avere un idea chiara vi invito ad ascoltare Sonny & Cher nel brano But You’ re mine, rivisitato poi dalla ragazza del Piper con il Titolo Ragazzo Triste. Le due versioni sono l’ una l’ opposto dell’ altra soprattutto per interpretazione. La Pravo avrà sicuramente un timbro interessante, ma l’espressività e la tecnica vocale che sono alla base di un cantante qui vengono meno. Non sono stati certo il fiato incontrollato e l’ incertezza su alcune note a renderle la carriera, ma il personaggio. E da una donna che definisce gli uomini come sigarette non c’ è altro da aggiungere. L’ uomo quindi preferisce essere fumato come una sigaretta proprio come fa il mercato della musica che si svende per offrire al pubblico ciò che vuole, ovvero una figura che stimoli il mercato con ogni mezzo e senza limiti. In questa maniera la moda e la musica cominciano a collaborare: comunicano modelli e i risultati li vediamo oggi nei comportamenti sociali. Concludendo possiamo affermare che abbiamo sicuramente dei modelli positivi, ma al momento preferisco fare il lavoro sporco visto che pochi o nessuno sono disposti a farlo. Questo è ciò che sono io!  La vostra scelta? Documentatevi prima di contraddirmi perchè non sono certo i no senza i perchè che reggeranno di fronte alla mia critica. La mia è una provocazione ai fini di stimolare la vostra curiosità, non ho certo piacere a pestare la coda al cane che dorme senza un buon motivo. Con questi livelli di esasperazione dell’ arte e dell’ artista dove andremmo a finire?

Ringraziandovi per la vostra Attenzione
A presto.
Andrea Romano

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