Le nuove frontiere della chirurgia dei tumori


Martedì 6 Marzo, all’interno del format “L’informazione raccontata”, su Prima Tv canali 86 e 666, con l’attiva partecipazione del “cittadino medio” Umberto Teghini, è andata in onda la sesta puntata di Panorama salute, programma settimanale, almeno per ora, di informazione medica e di prevenzione, condotto dal sottoscritto. Tema della puntata è stato “le nuove frontiere della chirurgia dei tumori”, ospite in studio il prof. Diego Piazza, direttore dell’unità operativa complessa di Chirurgia oncologica dell’ospedale Garibaldi-Nesima.

I grandi mutamenti, che non esito a definire epocali, determinati dal rapido sviluppo scientifico e tecnologico degli ultimi anni, ha profondamente cambiato la chirurgia. L’avvento della chirurgia mininvasisiva, l’utilizzo della videolaparoscopia in 4K e in 3D, ha rivoluzionato la chirurgia non solo da un punta di vista tecnico ma anche quello che era il decorso postoperatorio. La maggior precisione, il minore danno tissutale, la riduzione al minimo delle perdite ematiche (l’intervento viene effettuato attraverso dei fiorellini), anche per interventi molto demolitivi, ha permesso alla chirurgia mininvasiva di assurgere a tecnica chirurgica elettiva per la maggior parte degli interventi chirurgici. E per la chirurgia oncologica? Ampie le sue applicazioni e importanti i vantaggi soprattutto nel trattamento chirurgico dei tumori del colon-retto, ma anche nei tumori dello stomaco e di altri organi.

Nel moderno trattamento dei tumori è inoltre profondamente cambiato il ruolo del chirurgo, non più attore principale, ma assieme ad altre figure quali l’oncologo medico, il radioterapista, l’endoscopista, il radiologo, l’anestesista è solo uno degli attori protagonisti. Con il moderno approccio multidisciplinare al malato oncologico, la chirurgia può rappresentare, secondo i diversi casi,  il primo degli interventi ovvero giungere dopo che la chemio e/o la radioterapia hanno ridotto la massa tumorale e bonificato l’organismo dalla eventuale diffusione di cellule tumorali. Le nuove chemioterapie, la immunoterapia, i nuovi farmaci fanno ben sperare che in un futuro non lontano la chirurgia dei tumori potrebbe ridurre e di molto il suo campo d’azione, certo per ora non è così. Questa era la speranza, non tanto segreta, di un grandissimo chirurgo e oncologo quale fu Veronesi.

In Italia abbiamo ogni anno 365.000 nuovi casi di cancro, si 1000 al giorno, e solo il 63%delle donne e il 57% degli uomini sono vivi dopo cinque anni, pur con le moderne terapie. Ciò significa che solo la cura non basta, occorre più prevenzione. Il cancro del colon-retto è il tumore maligno più diffuso in Italia, ogni anno 40.000 donne e 70.000 uomini sviluppano questa neoplasia. Abbiamo fattori di rischio ereditari e non ereditari, fra questi quelli nutrizionali ovvero legati all’alimentazione. Molti studi hanno dimostrato che un dieta ad alto contenuto calorico, ricca di grassi animali (carni rosse) e povera di fibre (frutta e verdura)  è associata ad un aumento di questi tumori. Per converso un dieta mediterranea ricca di cereali, frutta, verdura e pesce sembra avere un ruolo protettivo. Alla dieta va sempre associata l’attività fisica, almeno 30 minuti al giorno. Fattori genetici: è possibile ereditare il rischio di sviluppare un tumore del colon-retto, le principali sono le varie forme di poliposi del grosso intestino. Fra i fattori non ereditari vi è l’età, l’incidenza è superiore di dieci volte oltre i 60 anni rispetto a chi ha 40 anni, le malattie infiammatorie croniche intestinali, morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa, polipi.

Come fare prevenzione secondaria? Dopo i 50 anni effettuare ogni due anni la ricerca del sangue occulto nelle feci e, se positivo, una colonscopia, peraltro è consigliabile effettuare una colonscopia, dopo i 50, almeno ogni dieci anni. Esistono in Sicilia, per i soggetti a rischio, la possibilità di effettuare screening periodici. La Chirurgia oncologica diretta dal prof. Piazza è una delle strutture individuate dall’Assessorato regionale alla Sanità a partecipare allo screening per la diagnosi precoce del cancro del colon-retto. È chiaro che una diagnosi precoce è determinante per una maggiore incidenza di guarigioni.

Si è parlato anche del cancro dello stomaco e del pancreas. Il primo di questi è per fortuna in calo come incidenza in italia, si parla di 10 nuovi casi ogni 100.000 abitanti ovvero 6.000 nuovi casi ogni anno. La  prevenzione nutrizionale, legata all’alimentazione, prevede di evitare cibi che contengono acidi grassi idrogenati, nitriti e nitrati, cibi affumicati e sotto sale, alcool e fumo. Anche in questo tumore vi è una corta familiarità, l’età è un fattore di rischio, infatti 6 tumori su 10 si sviluppano in individui con più di 65 anni. Un particolare batterio l’helicobacter pylori, non rara la sua presenza nello stomaco, può provocare il cancro dello stomaco, il suo eventuale riscontro all’esame gastroscopico necessita di adeguata terapia antibiotica, seguita da una gastroscopia di controllo.

Cosa ci riserva il futuro? Nella chirurgia la robotica, non pensate ad un robot che opera al posto del chirurgo, è sempre il chirurgo che muove un robot, sulle cui braccia sono collegati gli strumenti chirurgici, e li muove a distanza, seduto dinnanzi un monitor 4K in 3D. Uno di questi è il robot Da Vinci, così chiamato in onore di Leonardo Da Vinci. La robotica permette già oggi interventi in zone per così dire difficili da raggiungere, come ad esempio il retto basso. Ma vera rivoluzione verrà dall’oncologia medica, Io sono convinto che la previsione del prof. Veronesi secondo la quale il cancro sarà sconfitto da nuovi e molto più efficaci farmaci antitumorali di tipo immunologico.

L’incontro con il prof. Piazza si è chiuso con l’apparente piena soddisfazione del “cittadino medio” Umberto Teghini e con i saluti di rito. Alla prossima.

Guido Rallo

 

 

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