Rubrica a cura di Valeria Barbagallo
Qui a Catania, quando si parla di Patrizia Perricone, si associa subito il nome al teatro storico dei catanesi, e al suo formidabile coro, quello del Massimo Bellini.
Raffinato mezzosoprano lirico, Patrizia Perricone, spazia dallo “Stabat Mater” di Pergolesi, al “gloria di Vivaldi”, all’Idomeo di Mozart. L’artista dalla voce amabilmente calda, avvolgente, piena, ricca, con la quale riesce a spaziare con assoluta disinvoltura dalla zona centrale a quella acuta adattandosi ad una vocalità legata e cantabile, insomma un “mezzocontralto” di tutto rispetto, dalla voce chiara, agile e nello stesso tempo estesa.
Cos’abbia spinto un’artista siciliana a dedicare buona parte della propria vita a produrre con la propria voce vere e proprie opere d’arte? Ma la passione, e poi signori, per la Perricone, l’arte è un dono, non è certo un prodotto…. E quindi come tale va trattato. Ogni artista, come dice lei, che abbia la sensibilità per qualsiasi forma d’arte, vive questo dono come un regalo, certo non inteso caduto dal cielo, ma nutrito giorno per giorno, affinato, perfezionato, studiato.
Palermitana sì, ma profondamente innamorata di Catania, la città in cui vive e della sua gente, ed è questo che rende questa donna amabilmente fascinosa, lei che porta tutta la bellezza della Sicilia negli occhi, donna e madre che fa del bel canto, orgoglio e passione. Essere un’artista deve essere proprio difficile con i tempi che corrono, e chi fa parte del Teatro Massimo Bellini, ne sa qualcosa, ma è la sua scelta di vita, voluta, consapevole, senza punto di ritorno. E così per l’artista Perricone i frutti del regalo sono essi stessi regali, dei quali tende sempre a nutrire chi la circonda. Il canto, il palcoscenico, il sipario che si apre, le straordinarie scenografie, i preziosi abiti che cambiano di volta in volta, ed un coro compatto e amorevole, sono sempre stati per lei motivo di vanto e gran senso di appartenenza. Chi conosce Patrizia, sia da un giorno o da una vita, avverte subito, standole vicino, la sua grande energia, e della voglia che ha di offrirsi agli altri. Altruista e generosa ecco il modo migliore per descriverla. L’arte del canto le ha sempre permesso la scoperta, la possibilità di rigenerarsi! È evidente che la possibilità di vivere d’arte nel più antico teatro di Catania è sempre stata una marcia in più.
Ritengo di essere stata molto fortunata, dice la Perricone, poiché, il canto, i miei colleghi, la mia famiglia, i miei amici di sempre, mi hanno dato la possibilità di poter essere la donna che sono. D’altronde la bellezza della mia vita è che è sempre stata piena di sorprese, di certo non è stata monotona, ed è stato proprio questo che mi ha dato la spinta ad andare avanti, dandomi la possibilità di cambiare, di crescere e di mutare la percezione delle cose.
La vita vale la pena di viverla a pieno, e niente direi vale la pena di essere preso troppo seriamente. Trarre dalle esperienze, belle o brutte che siano, sempre la parte migliore, ed è per questo che sono solare, affabile e aperta al nuovo. Mi ritengo egoisticamente soddisfatta, in pace e realizzata. Sono sempre stata portata per il teatro e al Massimo Bellini sono stata accettata ed amata fin da subito, coì come io amo il teatro stesso e tutti i membri del coro di cui mi pregio di appartenere. Si dice che l’arte può essere una forma di terapia, penso che sia proprio vero…
Calogero Matina- Kalos






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