Rubrica a cura di Valeria Barbagallo
Essere coscienti che esistono tanti modi di essere, e che il confine tra l’essere normale ed il diverso sia veramente labile, ci dice con gli occhi lucidi ed evidente emozione, il Maestro Salvo Todaro, così come siamo coscienti che ci sono intelligenze differenti, ed è proprio qui che sta la bellezza, proprio in questo nostro meraviglioso mondo che penso fermamente abbia bisogno di attingere da ogni diversità. E poi ci pensate ad un mondo dove tutto sia uguale? Che monotonia!
Chiunque come me, ci dice il Maestro, si sia trovato per un motivo o per un altro, ad occuparsi di una persona “affetta da autismo” è stato innanzitutto chiamato ad accudire in “modo diverso”, per quantità e tempo, a quello che normalmente si dedicherebbe ad una persona cosiddetta “normale”. La musica, dice il maestro Todaro, sono convinto, sia lo strumento giusto per Vincenzo, così come per tanti altri ragazzi autistici, in quanto gli permette di esprimere in libertà le proprie emozioni, il proprio stato d’animo. Il tramite che ci ha permesso ad entrambi di entrare in contatto. Certo direte, un canale diverso? È proprio per questo che ritengo che la diversità sia bellezza. Per lui, vi assicuro, la musica è gratificazione, avverto che ha il potere di provocargli forti reazioni emotive, di puro piacere. Gli sento battere il cuore a mille dalla gioia, uno stato emotivo che fa stare bene lui, così come fa stare bene me, ma anche i suoi genitori che lo amano infinitamente.
Cantando, ci dice il maestro, il ragazzo si sente a proprio agio, e c’è cosa più bella per un essere umano che sentirsi a proprio agio? lo vedo sereno, radioso, ed è questo che io riesco a leggere nei suoi occhi: una grande gioia. Poi che dire, Vincenzo è un ragazzo fantastico, ricordo la prima volta che venne da me, pensate dopo aver fatto la prima lezione di canto non voleva andare più via. Con molta calma e con il giusto tempo l’ho preparato per la sua prima esibizione, avrebbe dovuto cantare in occasione di “Up toccami il cuore”, di cui io sono ambasciatore, una bellissima manifestazione che parla di inclusione delle diversità presso l’Istituto alberghiero Karol Wojtyla di Catania. In quell’occasione, cantando Vincenzo, ha veramente toccato il cuore di molti. Ne abbiamo fatto di strada io e Vincenzo, pensate, proprio che proprio adesso ci stiamo preparando per un grande debutto, Vincenzo infatti a breve sarà uno degli interpreti del musical “La bella e la bestia”.
Rimaniamo incredibilmente affascinati dall’amore con cui il Maestro Todaro ci racconta di Vincenzo, e così, in ossequioso silenzio, senza interromperlo ci racconta: arrivando a lezione, sistematicamente corre a preparare il suo sgabello così come il suo microfono, tutto dev’essere in ordine, apre la sua cartella nel computer e guardandomi con quegli occhi che farebbero sciogliere il cuore di chiunque, mi esorta con frenesia ad iniziare. E così Vincenzo comincia a cantare, ed inebriato si perde tra le note della canzone che canta ed io, ogni volta più incredulo di tanta magia, trattengo a stento le lacrime. Che volete, ci dice, sono un papà anch’io, e Vincenzo è come se fosse un po’ mio figlio. Gli ho insegnato bene a tenere il microfono in mano, a togliere le mani dalle orecchie e ad esibirsi come un vero cantante. Credetemi sono molto orgoglioso di lui, ci dice il Maestro Todaro, è un ragazzo che apprende facilmente, perché sicuramente gli piace quello che fa. Vincenzo poi ha un repertorio di tutto rispetto passa da Paolo Conte, “il suo preferito”, a Venditti, Barbarossa, Celentano, e molti altri ancora. Avere avuto la possibilità di insegnargli il canto per me è un’esperienza straordinaria. L’autismo, diciamocelo, è un mondo, una “certo non facile” condizione, ma è anche un modo diverso di guardare le cose. L’ha capito bene Salvo Todaro Baritono presso l’ E. A. R. Teatro Massimo “V. Bellini” di Catania, che ha letto bene “tra le righe” di quel ragazzo… E adesso non ci resta che rimboccarci le maniche, proprio come fa il Maestro Salvo Todaro, ribadendo che secondo noi, ce ne vorrebbero persone come lui, ed iniziare la grande sfida ancor prima che educativa, umana. E forse, scherzosamente, come direbbe Vincenzo, voi tutti ridete perché io sono diverso, ma io, sappiate che, io, io rido perché siete voi siete tutti uguali…
Calogero Matina- Kalos






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