IL MIGLIOR ATTACCO È LA RESISTENZA


Ero una bambina che credeva un po’ a tutto: agli alieni, alle fate, ai folletti; ma temevo anche gli zombie, i fantasmi o che eventi catastrofici, come per esempio un rapimento, potessero turbare la mia quiete. Adesso mi chiedo: perché proprio un rapimento? Non ero abbastanza ricca da essere appetibile o permutabile con un riscatto. Eppure ogni sguardo che mi appariva strano era quello del mio potenziale rapinatore.

Per vergogna, scaramanzia o acre omertà non condivisi mai le mie preoccupazioni con nessuno. I miei genitori, che mai mi accennavano al pericolo dei rapinatori, (ma mi raccomandavano di non accettare caramelle “drogate” dagli sconosciuti, oppure di indossare sempre calze senza buchi perché “metti che finisci in ospedale”) a volte mi apparivano leggeri, noncuranti e incoscienti. Perché non mi spiegavano come proteggermi da quel mondo insidioso dei sequestri?

Col passare degli anni mi resi conto che se i miei genitori non si preoccupavano forse era il caso che smettessi di preoccuparmi anche io e sempre e comunque, dopo svariate ansie che dilagavano su diversi ambiti, trovavo sempre il coraggio e l’entusiasmo per spiccare il volo.

Ogni età ha beneficiato della sua ansia.

Io le ho vissute tutte, ma quest’epoca è decisamente la migliore. Quest’epoca gode di ansie di altissimo spessore e primissima qualità.

Oggi i tempi sono ancora più bui, il pericolo si nasconde infido nel nostro quotidiano: nelle piazze, in metropolitana, ai concerti, al ristorante. Perfino nel posto che reputo il più sicuro al mondo: la scuola (anche se mi faccio accompagnare ogni mattina da 2 bodyguards che pago col bonus docenti).

La normalità delle nostre esistenze è diventata la prima vera vittima.

L’ansia ci devasta e ci condiziona e il dilagare della paura è l’obiettivo ultimo del sedicente nemico.

L’unica arma di difesa è la resistenza.

L’unica arma di attacco è la resistenza.

Da due anni a questa parte, per esempio, quasi ogni venerdì, salgo su un pullman, un treno e un aereo, con la leggerezza degli incoscienti e dei folli.

E prima di partire mi “faccio” sempre infinite paranoie che mi portano a salutare i miei affetti come se fosse l’ultima volta che li sento, come se non ci fosse un domani, dimostrando una notevole dose di coraggio!

Ho necessità di ricordare loro che li amo prima di salire sul mio volo.

Questo è il mio modo di resistere all’ansia. Gestendola. Mettendendomi a posto con ciò che più conta per me: i miei affetti (qualunque cosa accada sappiate che Vi amo).

Gestire le ansie richiede razionalità, fiducia e un coraggio immane.

Gestire le ansie è un dovere.

Un presente e un futuro radioso sono privi di ombre, di nemici e di paure.

Resistenza.

Giusi Lo Bianco

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