Rubrica a cura di Valeria Barbagallo
Non c’è amore più puro di quello materno che si manifesta nel nutrire, nel prendersi cura, nel proteggere. È un amore istintivo, viscerale, il bene dei propri figli. Il compito di una buona madre? Filtrare il mondo esterno in una forma per lui “più digeribile”. Ecco come inizia Tnutro, un ‘opera scritta e pensata dal regista Calogero Matina, egli parla, attraverso i suoi attori, della metamorfosi che subisce il gusto nella vita dell’essere umano. Una sorta di regressione “indotta” mediante la quale il regista con i suoi attori coinvolgerà gli spettatori.
E così “Tnutro” si rivolge al bambino che è in ognuno di noi, al quale verrà offerto “metaforicamente” il capezzolo della propria madre, fonte di nutrimento ed energia per una sana crescita. In scena? L’amore assoluto di una madre che ci ha tenuti in grembo per nove mesi, che per istinto materno ha messo in azione i primi processi naturali del nutrimento, d’altronde nutrire come dice Calogero, cosa volete, per una madre è la legge della natura. Quella stessa madre che in silenzio ha ascoltato ogni nostro respiro, il nostro cuore battere, e che si è preoccupata di fornirci il suo latte per farci crescere nel migliore dei modi.
E quel bambino avrà modo di crescere, e lo farà attimo dopo attimo, anche durante la notte, e da quella poppata attingerà energia, che lo farà diventare grande, e da grande ricorderà per sempre quel sapore di madre, unico, irripetibile. C’è racchiusa tutta la maternità in quel ricordo, ma il tempo, si sa, scorre via per tutti, e la madre non potrà far nulla per fermarlo, anche per lui, per il suo bambino che diventerà grande, e il cui gusto assumerà tonalità, preferenze, approcci, diversi. E così il bambino diventerà ragazzo e del cibo farà capriccio, ed il capriccio non esiste se si è da soli, avrà bisogno sempre di due parti. Man mano l’opera assumerà i connotati di un’opera buffa, divertente, ironica, godereccia e spudoratamente erotica. Al centro di tutto? il cibo con i suoi mille colori, e poi danza, musica, mimica, canto e chi ne ha più ne metta.
Tnutro vede in scena un gruppo numerosissimo di attori, alcuni dei quali, alla primissima esperienza, hanno frequentato un primo corso di recitazione presso il centro arte e movimento- musica e spettacolo di di Elisa Laviano in via Trieste a Catania.
La tecnica di recitazione Calogero Matina mira a creare il massimo realismo. Gli attori, secondo il Maestro, prima di conoscere il proprio personaggio, devono imparare a conoscere a fondo se stessi, per poi poter trasferire le loro esperienze passate ed emozioni nelle circostanze data dalla scena.
Calogero Matina, insegnante di cucina, scenografo, regista ed insegnante di teatro, è conosciuto soprattutto per il teatro mitologico- egli cura la regia della manifestazione “Morgantina Rivive organizzata magistralmente dall’Archeoclub Aidone- Morgantina presso il Parco archeologico di Morgantina- Aidone- Enna. Famosi sono i suoi “giochi teatrali”, che trasformano anche le più complicate tecniche e convenzioni sceniche in attività giocose, attraverso le quali è facile imparare, e trasmettere pura energia. I numerosissimi laboratori di teatro-danza- spettacolo, hanno dato vita all’opera TNUTRO, che andrà in scena domenica 29 aprile alle ore 18.00 presso il teatro Ambasciatori di Catania.
Coreografia e movimenti scenici Elisa e Valentina Laviano, aiuto regia Roberta Barbagallo, con la collaborazione del maestro Salvo Todaro, Patrizia Perricone- direttore di scena Filippo Nobile. A presentare la serata sarà Valeria Barbagallo e a dar vita all’opera i numerosissimi attori del cast Tnutro.
Calogero Matina- Kalos







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