IL SADISMO DEL TACCO 12


È perfetto. Proprio Lui, quello che volevo. Nero, monospalla, la giusta lunghezza, la giusta aderenza. Insomma mica capita tutti i giorni che un abito ti stia perfettamente bene. Poi arriva lei, bella e alta più che mai, si avvicina, compiaciuta. È evidente che, a parte l’evangelica volontà di venderti l’abito, è convinta che ti stia bene. Io conosco bene le addette alle vendite, quelle di spessore.

Arriva lei e ti dice: – ovviamente non con quelle scarpe.

– E perché?

– Non vorrai mica mettere un abito del genere con delle improponibili scarpe basse?

– Ci vuole il tacco. Alto. Minimo 12.

– Minimo?

Si allontana e spunta col tipico atteggiamento di chi sta per commettere un delitto.

– Provale.

– Hai una scala?

Ti accingi a scalare quei trampoli, ma che, ci vuole il brevetto di volo per indossarli a quelle quote?

Ma, obiettivamente, la visuale da lassù è tutta un’altra cosa.

– Caspita! Forse ne vale la pena! Magari dopo mi ricovero in una clinica per piedi feriti. Questi aggeggi infernali mi “toccheranno” il sistema nervoso ma, parliamoci chiaro, ne vale la pena (di morte)!

Insomma esistono scarpe molto interessanti , veri e propri esempi di design d’avanguardia, impervie strutture architettoniche, con tanto di calcoli statici per farle stare su.

Diciamocelo pure, sono perfette per essere ammirate, ma per farne un oggetto d’uso è necessario uno spirito di abnegazione non indifferente e un coraggio che nemmeno una gazzella cieca e zoppa in mezzo ad un branco di leoni a digiuno da un mese!

Se ci fermiamo un attimo a riflettere, scopriremo che è la stessa barbara logica con la quale si fasciavano un tempo i piedi alle geishe.

Santa Pace del Cielo! Ma “po ghessiri mai” che per piacerci e/o piacere dobbiamo salire su di un piedistallo precario e restarci come su di un podio alle Olimpiadi? Voglio celebrare tutti quegli stilisti e quelle stiliste meravigliosi che riescono a disegnare scarpe bellissime e a creare le loro meraviglie raccontando di una femminilità più consapevole e gentile, dimostrando che si può esercitare la fantasia, parlare di seduzione e piacevolezza, dimostrando che eleganza e stile non devono necessariamente essere sinonimo di esasperazione.

Naturalmente tutto è plausibile, anche il tacco 19 che però va usato con parsimonia, proprio come i tre puntini di sospensione.

Insomma il tacco 19 è un gioco e un bel gioco dura poco.

E se la moda è un linguaggio, i tacchi bassi e comodi, le zeppe e le scarpe basse sono sinonimo di rispetto.

E con rispetto parlando: fermate il mondo, voglio scendere (dalle scarpe)!

Giusi Lo Bianco

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