PENNE EMERGENTI- MARIA PIA FERLITO


PAROLE RESPONSABILI.

RUBRICA A CURA DI VALERIA BARBAGALLO

Vagando per il web mi sono imbattuta in un articolo dall’agenzia Ansa, a mio dire molto interessante. Anche perché riprende una summa di mie vecchie letture. Parla dello studio realizzato da un’associazione triestina: Parole O-Stili sulla comunicazione. La comunicazione è una delle forme più importanti di contatto tra esseri umani. Ai nostri giorni, in un contesto sociale confuso e per certi versi troppo individualistico, ancora di più. Questa associazione ha stilato un decalogo per sensibilizzare, responsabilizzare e soprattutto educare i fruitori della rete di mettere in atto un linguaggio social non ostile. Si, perché dietro una tastiera a volte non ci rendiamo conto che i nostri scritti diventano irrispettosi, incivili e spesso pure violenti.

Infatti a volte presi dalle emozioni del momento non riflettiamo che i nostri scritti condivisi sui social, diventano realtà. L’associazione Parole O-Stili gode del contributo di circa trecento professionisti della comunicazione d’impresa e politica, di insegnanti, di influencer e blogger, ossia di professionisti che della comunicazione e con la comunicazione hanno un rapporto costante.

1.Virtuale è reale. 2.Si è ciò che si comunica. 3.Le parole danno forma al pensiero. 4.Prima di parlare bisogna ascoltare. 5.Le parole sono un ponte. 6.Le parole hanno conseguenze. 7.Condividere è una responsabilità. 8.Le idee si possono discutere. 9.Gli insulti non sono argomenti. 10. Anche il silenzio comunica.

Questo è il decalogo che ognuno di noi dovrebbe ricordare quando decide di: non solo di scrivere ma soprattutto di pubblicare, un suo scritto. Perché quanto scriviamo ci appartiene e ne diventiamo responsabili tanto quanto ciò che diciamo. Ed inoltre bisogna ricordare che colui o coloro che leggeranno tali parole potranno addirittura sentirsi violati. Non a caso l’antica saggezza cita: “a lingua un’ avi uossa ma rupi l’uossa”. A dire che la lingua non ha ossa, ma rompe le ossa. Perché se usata per fare male le parole riescono a manipolare e violare la sensibilità di chi ci ascolta.

Maria Pia Ferlito

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