TERZO SETTORE : FASE TRANSITORIA E PERPLESSITÀ SUL NUOVO CODICE


Di Valeria Barbagallo

Ci sono voluti 20 anni per modificare l’impianto normativo del Terzo Settore.

Tuttavia ancora oggi il percorso normativo non è stato concluso, per via di decreti ministeriali attuativi che devono ancora essere emanati affinchè la Riforma possa essere applicata.

Il nuovo codice prevede una serie di novità importanti che toccano i punti nevralgici degli Enti del Terzo Settore. A fronte di una maggiore trasparenza, potranno beneficiare di agevolazioni fiscali e iter amministrativi più snelli.

Innanzitutto è stato previsto un Registro Unico Nazionale , che prevede la sinergia tra Stato, Regioni e Province Autonome, sia per la condivisione e la trasmigrazione dei dati, sia per l’uniformità delle regole.

Ovviamente, le associazioni costituende potranno iscriversi nei registri attualmente in vigore.

Ad ogni modo, dal momento dell’effettiva attuazione del CTS (Codice Terzo Settore), si avranno 18 mesi di tempo per apportare le modifiche al proprio statuto ed adeguarsi alle nuove disposizioni.

Ma quali sono gli Enti del Terzo Settore (ETS)?

Indubbiamente le ODV(Organizzazioni di Volontariato),  le APS( Ass. di Promozione Sociale), gli Enti Filantropi, le Imprese Sociali, Associazioni riconosciute e non, Fondazioni ed altri enti di carattere privato, parzialmente rientrano anche gli Enti religiosi.

Filo conduttore di queste associazioni ed enti, è il volontariato, ovvero la prestazione della propria opera e ingegno a favore della collettività in maniera del tutto gratuita.

Pur tuttavia non possono essere considerate gratuite le spese effettivamente  sostenute dal volontario, al quale verrà riconosciuto un rimborso spese.

Se previsto dallo statuto , è consentito un rimborso massimo di 10€ al giorno e fino a 150€ al mese a fronte di autocertificazione.

Data la rilevanza sociale, Lo Stato , le Regioni, gli enti autonomi, possono concedere agli ETC, locali di loro proprietà inutilizzati, o beni confiscati alla mafia, in comodato d’uso, eccezion fatta per le Imprese Sociali per via della loro finalità produttiva, purchè ne garantiscano la manutenzione e cura. Il periodo di comodato è di 30 anni, mentre per le associazioni di beni culturali il comodato gratuito dura 50 anni con l’obbligo di restauro e manutenzione.

Quali sono le perplessità maggiori che in questo momento stanno creando confusione e disagi?

Ovviamente ciò che più preme sono gli interventi legislativi sulle agevolazioni  fiscali previste dal D. Lgs 460/1997 , che comunque resteranno in vigore fintanto la Commissione Europea autorizzerà l’efficacia dei nuovi regimi fiscali.

Le Erogazioni liberali, verranno sostituite da “il più dai, meno versi” alle più vantaggiose disposizioni previste dall’Art. 83 del CTS. Le detrazioni saliranno al 35%, con un notevole risparmio d’imposta.

Le Imprese sociali potranno usufruire di particolari agevolazioni sulle imposte di successione e donazione, registro, Bollo imposte catastali e ipotecarie, tasse e concessioni governative.

Inoltre le Regioni che prevedevano agevolazioni ed esenzioni Irap per le ONLUS , potranno continuare ad applicarle, allargandole anzi, alla luce del nuovo codice,  a più enti beneficiari (comprese srl, spa).

Un altro quesito è in merito alle Cooperative Sociali. Cosa cambierà con la nuova riforma?

Le cooperative sociali assumeranno “di diritto” la qualifica di Imprese Sociali, senza l’obbligo di dover adeguare i nuovi statuti. Anche per  loro è stato previsto il Social Bonus,in vigore dal 1 gennaio 2018 anche se inizialmente solo per ODV, APS e ONLUS , ovvero il credito d’imposta del 65% per persone fisiche e del 50% per persone giuridiche  che effettuano erogazioni liberali a favore degli ETS. I proventi dovranno essere investiti in attività per il recupero di siti e immobili confiscati alla mafia o semplicemente inutilizzati.

Inoltre potranno anch’esse, come le altre ETS, impiegare volontari per la raccolta dei fondi, anche in forma societaria Srl o Spa, purchè questi vengano inseriti nell’ apposito registro e assicurati contro infortuni, malattie e responsabilità civile. Il numero dei volontari non dovrà essere superiore al numero delle risorse umane retribuite. Gli Introiti della raccolta fondi dovranno essere destinati in attività di interesse ed utilizzo sociale.

Anche se le linee guida sembrano chiare , si continua a respirare un clima di incertezza e tensione.  I rappresentanti del Terzo Settore hanno più volte nell’ultimo periodo inviato lettere di protesta affinchè non vengano protratti i rinvii per correggere le criticità applicative riscontrate nel sistema. “È una riforma complessa- sostengono – e non possiamo pensare di correggere tutto e subito”! Pertanto è opportuno iniziare a far partire questo macchinario gigantesco e perfezionare in corso d’opera le ingerenze del sistema.

Adesso non resta che attendere una risposta in tempi stretti da parte del Governo, perché il Terzo Settore è la linfa vitale del nostro Paese.

Valeria Barbagallo

Lascia un commento

Crea un sito web o un blog su WordPress.com

Su ↑