RUBRICA A CURA DI VALERIA BARBAGALLO
“L’ospitalità è crocevia di cammini”. Siamo “parti inseparabili – momenti – d’un corpo indivisibile nel desiderio insaziato che l’unione spezza”.
Apollo- il talentuoso performer Daniele Lando- narra di essere stato condannato da Zeus a servire in qualità di schiavo nella casa di Admeto- il bravissimo Andrea Rissignolo, per espiare la colpa di aver ucciso i Ciclopi, colpevoli a loro volta di aver fabbricato le folgori con le quali Zeus stesso aveva ucciso Asclepio, il figlio di Apollo.
Apollo era stato accolto benevolmente da Admeto e per mostrargli la sua riconoscenza aveva ottenuto dalle Moire che il re potesse sfuggire a Thanatos dio della morte- l’eclettico artista Filippo Santagati, a condizione che qualcuno si sacrificasse per lui. Gli anziani genitori rifiutano entrambi. È la giovane Alcesti– la straordinaria performer Cristina Paternicola, ad offrirsi di morire al posto del consorte e sta per esalare l’ultimo respiro mentre il dio racconta l’antefatto, nel ruolo di figlio D’Alcesti- Gabriele D’Itria un piccolo talento. Dopo la morte di Alcesti, giunge alla casa di Admeto Eracle– Alberto Abbadessa, che, veduti tristi e manifesti segni di lutto, ne chiede spiegazione ad Admeto.

Ancora oggi la non-tragedia di Euripide ha la forza di riportare all’attualità questioni nodali quali l’accoglienza ed il sacrificio per chi si ama. Il personaggio euripideo di Ferete- la rivelazione Angelo Drago, è dunque oggetto di divergenti contestazioni morali da parte del figlio. Al suo rifiuto di morire al posto del figlio, assume tratti antieroici, in palese contrasto con la protagonista femminile. Una straordinaria interpretazione del talentuoso Alberto Abbadessa nelle vesti di Eracle che riesce a discendere negli Inferi per salvare Alcesti, laggiù lotta contro le forze del male e quindi con Thanatos fino a quando il dio accetterà di liberare la giovane donna, Eracle che ricondurrà nel mondo dei mortali.
Sul Palco del teatro antico di Morgantina, una voce ha vibrato, quella meravigliosa dell’artista Andrea Romano, che ha magistralmente interpretato il ruolo di Orfeo come mai nessuno. Una voce celestiale che ha toccato i cuori degli spettatori. In una cornice dove tutto è impregnato di storia tutti gli attori hanno dato prova di grande bravura, sostenuta da una grande volontà, quella di far rivivere Morgantina. Meravigliose tutte: Fernanda Rinaldo, Giusy Di Prima, Ludovica Dinamo, Anna Scebba, Maria Elena Monachino, Giusy Chiaramonte, Fillippa D’Itria, Pina Caruso, Enza Gisabella, Patrizia Calcagno, Asia la Mattina, Raffaela Possidente, Paola Sciotto, Mariangela Virgillito, Rachele Crimi, Eleonora Chiaramonte, Gaia Marino, Evelyn Romano, e tutti i figurantes di Morgantina.
All’Ekklesasterion: Gaetano Calcagno, Domenico Oieni, Franco Colombo, Carmelo Castagna, Filippo Giustra, Orazio Cultreri, Attilio Calcagno, Filippo Randazzo e Orazio Cultreri.
Dei dell’Olimpo: Filippo Gangi, Matteo Galliani, Angelo e Gabriele D’Itria
Aurora Lombardo, Benedetta e Giada Monachino, Claudia Randazzo, Sofia- Adele- Carlotta- Ester Palermo, Melissa Lacchiana, Chiara Cianciolo.
Si ringraziano Oriana Ristagno e le guide tutte.
Tra mito e storia… Morgantina rivive andato in scena il 5 e il 6 agosto presso il Parco Archeologico di Morgantina, è stata una manifestazione organizzata dall’Associazione Archeoclub- Aidone Morgantina, che è rientrata fra gli eventi promossi dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo MIBACT per l’anno Europeo del patrimonio culturale 2018 ed è stata inserita nel calendario regionale di Anfiteatro Sicilia. Alcesti con tutti i suoi straordinari protagonisti, nella struttura itinerante dello spettacolo, ha scaldato i cuori degli spettatori. In uno scenario di straordinaria bellezza, tra le rovine dell’antica città di Morgantina, ha vibrato ancora una volta la sola parola nuda degli attori, ogni battuta è stata detta, sussurrata, spogliata da ogni “colore”, ed è arrivata nei cuori degli spettatori presenti con la ferocia della lama di una ghigliottina.
Ma ci chiediamo, è ancora possibile il tragico, oggi? E che cos’è veramente la tragedia. La tragedia oggi è quasi impossibile: non vi sono più valori condivisi, non vi è una comunità coesa, i giovani vanno sempre meno a teatro e sono distratti da tante altre cose. Però l’Alcesti, per chi ha avuto la fortuna di vederla in scena, di Civica torna ad interrogarci: Oggi chi si sacrifica, oggi? E per chi si è disposti a donare la propria vita? E così Admeto è vincolato al volere di Apollo. Ineluttabilità del fato: non si può tornare indietro una volta che il dio ha deciso. Dunque l’uomo Admeto è costretto ad accettare, seppure straziato da un profondo dolore, che la sua giovane donna muoia al posto suo, ma è vera sofferenza la sua? Admeto dunque è l’uomo giusto, colui che malgrado il lutto ospita Eracle generosamente.
Come valutare, poi, la feroce dialettica di Admeto nei confronti del padre Ferete, accusato dal figlio di non essersi sacrificato per lui? Sono salvi per amore Admeto ed Alcesti, i due protagonisti di questa non-tragedia. Eppure in scena a Morgantina, nel grande teatro antico la “tragedia” ancora una volta è riuscita a svolgere il suo compito, trovando spazio per una civile e laica interrogazione che fa ha fatto riflettere un po’.
Calogero Matina Kalos







Lascia un commento