Gli effetti degli emoji sul cervello


Il mondo della comunicazione virtuale si sta evolvendo e sta provando a compensare la mancanza di “umanità” indispensabile in tutti gli atti comunicativi.

Le emoji sono vere e proprie faccine “umane” stilizzate che esprimono emozioni.

Come è ben noto, la comunicazione umana è costituita per la maggior parte da segni non verbali – gesti, sguardi, impostazione del tono della voce – che inevitabilmente nelle chat virtuali vengono persi o, meglio, venivano persi prima dell’arrivo di emoticon ed emoji. Difatti, proprio grazie a questi semplici espedienti anche le chat sulle piattaforme di instant messaging possono diventare più umane ed emotive, così come i messaggi comunicativi e pubblicitari delle aziende.

Ed è così che il nostro cervello ‘sussulta’ ogni volta che vediamo degli emoji ironici nei messaggi: il contenuto sarcastico espresso dai faccini colorati genera infatti un segnale di errore che ci costringe a riesaminare il senso della frase appena letta, proprio come accade quando elaboriamo l’ironia celata nelle parole. Lo dimostrano le onde dell’attività cerebrale registrate su oltre 100 persone dai ricercatori dell’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign, che pubblicano i risultati dello studio sulla rivista Plos One.

“Gli emoji sono ovunque: le persone li usano moltissimo nei messaggi di testo e sul web per accompagnare il normale linguaggio”, spiega il ricercatore Benjamin Weissman. “Finora, però, nessun linguista o psicologo li ha studiati con metodi sperimentali come quelli che abbiamo a disposizione, per esempio registrando in tempo reale l’attività elettrica generata nel cervello”.

Giusi Lo Bianco

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