Catania per quanto si erga a città metropolitana ancora è anni luce dall’erogare servizi indispensabili in maniera intelligente. Tralasciando per un attimo il discorso della differenziata, anche perché ci sarebbe da aprire capitoli, il servizio di nettezza urbana ed in particolar modo dello svuotamento dei cassonetti in alcune aree del centro cittadino, o la raccolta capillare dei sacchi riposti fuori gli edifici, si è rivelato snervante al punto da essere ritenuto un “disservizio”.
Fintanto le lamentele si ascoltano al bar, si dà poco conto, al punto da ritenerlo un chiacchierio scontato, un “pour parler”. Altra cosa è invece vivere quotidianamente il disagio quando per recarsi al lavoro , e prima ancora dover accompagnare i figli a scuola, diventa un trauma uscire da casa. È stata etichettata come “la psicosi” dell’autocompattatore, ovvero il “camion della spazzatura”..come dicono i bambini.
“Oddio”, alle 7.10 le vie del centro sono bloccate da questi “mostri della spazzatura” che ogni tot di metri si fermano, vanificando lo sforzo di essersi svegliati prima per uscire da casa e far con calma, e pregiudicando la puntualità al lavoro dei genitori. Si è mai pensato che ci sono lavoratori che timbrano il cartellino? Si è mai pensato che un professionista ci mette la faccia quando arriva tardi agli appuntamenti con i clienti? Si è mai pensato che molti genitori “pagano” i servizi di pre-scuola di tasca propria per lasciare i figli mezz’ora prima rispetto all’orario scolastico? Si è mai pensato che il lavoro non ce l’ha quasi nessuno sotto casa? Si è mai pensato che un ritardo al lavoro sono soldi che vengono scomputati a fine mese dallo stipendio, o soldi non incassati da un libero professionista? Dico, è normale erogare questo servizio negli orari in cui si rimette in moto la città?
Eppure ci sono comuni in provincia molto virtuosi in cui questo tipo di servizio viene espletato in orari notturni o mattutini tali da non arrecare nervosismi, turpiloqui agli operatori ecologici, e imprecazioni di ogni tipo contro altri automobilisti. Essere dalla parte del cittadini, che del resto paga il tributo, significa prendere a cuore le problematiche afferenti le attività di pubblica utilità. Far funzionare un servizio significa organizzarlo in maniera adeguata. La viabilità non può essere intaccata in orari in cui si concentrano le attività diurne di una città che vuole assomigliare ad una città metropolitana.
La riflessione nasce da una valutazione oggettiva dei fatti e non vuole essere una critica all’attuale insediamento politico, o amministrazione che dir si voglia, anche perché questo disservizio c’è da anni, quanto piuttosto uno spunto per migliorare con “intelligenza” gli errori del passato con una proiezione futura di “miglioramento” della qualità di vita dei cittadini.
Valeria Barbagallo






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