SI SPOSTA A CATANIA LA COMMEMORAZIONE DEI GIUDICI LIVATINO E COSTA


L’associazione Giustizia e pace , ha organizzato il convegno in memoria dei Giudici Rosario Livatino e Gaetano Costa tenutosi lo scorso 6 Ottobre presso l’Hotel Nh di Catania.

È la prima volta che si svolge a Catania- afferma il presidente dell’associazione Ing. Ugo Tomaselli- e rinnoverò l’impegno anche in futuro sempre qui a Catania.

Un grande successo per Tomaselli che vede spostare l’asse della manifestazione da Canicattì, città del Beato Livatino, a Catania. La sua associazione- continua- è strettamente legata alla magistratura, difatti il fondatore è il giudice Vittorio Fontana, amico e grande estimatore dei colleghi morti per “Lo spirito di servizio” e per la ricerca della Giustizia e della Verità.

Non c’è pace sociale senza giustizia- afferma Fontana – non c’è giustizia senza Verità.

“La commemorazione non serve a loro, che sono morti, serve ai vivi”- afferma il Questore Alberto Francini- loro sono l’esempio dei Valori veri, anche a costo della propria vita. Ed è per questi valori che il corpo della Polizia di Stato è costantemente impegnata alla lotta alla microcriminalità che fa da base alla criminalità organizzata.

“Occorre una partecipazione attiva e consapevole della cittadinanza”- spiega l’Assessore al Comune di Catania Avv. Fabio Cantarella. Livatino, Costa, ma anche altri Giudici, hanno lasciato valori indelebili, che devono  indurci a perseguire la via della legalità e della meritocrazia, non delle “raccomandazioni”  sottobanco e del clientelismo.

Il moderatore Leone Zingales, Vice Presidente nazionale Unione Cronisti, che da molti anni segue le vicende di cronaca nera, ha saputo cogliere aspetti rilevanti del tema incentrato su Fede, Giustizia e Legalità, sviluppati dietro suo invito dal Magistrato Nunzio Sarpietro.

<<Livatino –racconta Sarpietro –  nonostante  lavorasse in una  sede secondaria, Agrigento, che in seguito si rivelò più feroce in termini di criminalità rispetto a Palermo, ebbe una posizione particolare rispetto agli altri giudici, perché riuscì conciliare i concetti di Fede e Diritto. Fu un “fuoriclasse” per il discernimento dei valori da mettere in campo… facendo appello anche alla “legge non scritta da Dio , la legge della coscienza”. La sua fede, la Messa prima di andare in tribunale, la sua personalità immanente, la sua discrezione anche tra colleghi, il suo viso da “ragazzino”, lo assursero a personaggio di grande rilevanza(…).Oggi invece si vive nel “Diritto dei Miti”, come dice il Proc. Agg. di Napoli, perché lo Stato è forte coi miti ed è mite con i forti. La rivoluzione va fatta da ciascuno di noi , “Lo Stato siamo Noi”>>.

Se per Livatino la Giustizia era legata alla fede per Costa era legata alla intransigenza e perseveranza. “Non mi arrendo”! Così disse Costa ai suoi Sostituti Procuratori – quando si trovò dinanzi al loro rifiuto di “agire”.Vado avanti lo stesso. Con queste parole il Giudice Vittorio Fontana ha voluto ricordare il caro amico Costa, che fu lasciato solo nella sua lotta contro i clan Inzerillo- Spatola – Gambino.  Pagò con la vita la sua onestà.

Momenti di commozione durante la proiezione di video di repertorio, curati dal vicepresidente dell’associazione Salvo Troina. La “Storia della Giustizia” contro la storia della criminalità organizzata, fatta di sangue , di pentiti, di testimonianze sconcertanti.

Ma se da un lato vi sono Eroi che hanno reso alto l’onore della Magistratura , dall’altro c’è anche chi non ha trovato giustizia nei Tribunali. È il caso di Olimpia Orioli, mamma di Luca Orioli.

La sua Storia ha commosso i presenti in sala, perché non si tratta solo della storia di una madre che perde un figlio, bensì, di una lotta che dura da ben 30 anni per sapere cosa è successo realmente la notte del 23 Marzo del 1988. “Basta leggere gli atti per capire quanta ingiustizia ho dovuto subire in questi anni”. Dal primo momento, quella morte che a tutti i costi volevano farci crede accidentale, non vi abbiamo creduto. In molti sanno ma tacciono! Le prove, la scena del crimine, gli indizi e persino l’ispezione cadaverica, tutte boicottate e false (…). L’avocazione sarebbe l’unica speranza per riaprire il caso e scoprire la Verità.

Interessanti gli interventi conclusivi degli ospiti in sala. Il dott. Aldo Rocco Vitale ricercatore  del Centro Studi Rosario Livatino di Roma, ha sottolineato gli aspetti salienti di Livatino, diritto fede, ma anche bioetica. Difatti il giudice si era occupato anche di questa materia tracciandone alcuni profili tutt’oggi oggetto di ricerca.

L’avvocato Penalista  Enzo Guarnera  invita alla riflessione sul 41 bis. Oggi Livatino, Costa , Falcone, Borsellino, non consentirebbero mai un passo indietro sul 41 bis.

L’avvocato Giovanni Magrì, segretario del Comitato Livatino- Saetta- Costa  con sede a Riposto, invita alla riflessione su alcuni aspetti: “ la mancanza  di  rabbia e di forza di lottare per i valori”. Occupandosi di diritto militare, essendo tra l’altro un  ex militare , nota la forte dispersione  della cultura e del rispetto della legge e della legalità. “Ognuno di noi- afferma- come dice Gesù, porta una croce, più o meno visibile e rifacendoci ai principi della Cavalleria, ovvero della difesa della vita dell’uomo, ritengo che questi uomini meritano di essere chiamati Cavalieri di Dio, perché il cavaliere è colui che difende i deboli. Non deve vincere la debolezza, deve vincere la legalità”.

L’evento si è concluso  con Padre Gaudio, invitando gli ospiti alla preghiera e al silenzio in onore degli illustri Magistrati.

Valeria Barbagallo

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