Dall’Istituto Comprensivo Livio Tempesta di Catania è partita la campagna di informazione sul corretto uso dei cellulari e sui possibili danni che potrebbero causare le onde radio che quotidianamente assorbono i nostri corpi.

Il Dirigente Scolastico Dott.ssa Biagia Grassia ritornata a distanza di quattro anni a dirigere l’Istituto L. Tempesta , crede fermamente nelle potenzialità del suo team di insegnanti e nella volontà dei ragazzi di migliorarsi, attraverso tutti i sistemi di apprendimento, curriculari ed extracurriculari. “I bambini sono tutti uguali, non esistono bambini di serie A o di serie B, esistono i bambini”. Quello che occorre è colmare le lacune derivanti da un mancato supporto delle famiglie, questo è l’obiettivo di una scuola all’interno di un area disagiata.
“La formazione passa attraverso l’informazione” ed infatti l’incontro con l’Ufficio di Educazione alla Salute del Distretto Sanitario ASP 3 di Catania, voluto fortemente dalla responsabile della dispersione scolastica e salute Prof.ssa Maria Grazia Bonaccorsi , ha dato l’avvio ad una serie di convegni che includono la partecipazione anche delle famiglie, affinché la formazione possa avvenire a livello nucleare ed essere efficace.

“Fai la differenza: usa il cellulare con intelligenza” è lo spot della campagna di informazione sul corretto uso dei cellulari.
Il cellulare ha rivoluzionato il mondo della comunicazione, sostiene la sociologa Dott.ssa Marina Intelisano , ed è per questo che è importante comprenderne i meccanismi. Uso , ma non Abuso è la regola fondamentale, perché se da un lato il cellulare ha una funzione sociale di immediata reperibilità, di soccorso, di minor ansia per i genitori, dall’altro ne ha una antisociale di isolamento e di fenomeni sul web che hanno generato conseguenze dannose. Difatti, il legislatore è intervenuto sul fenomeno del Cyberbullismo con la legge 71 del 29 Maggio 2017, con l’obiettivo di contrastarlo in tutte le sue manifestazioni, “con azioni a carattere preventivo e con una strategia di attenzione, tutela ed educazione nei confronti dei minori coinvolti”.

Ma quali sono i potenziali danni e le raccomandazioni per prevenirli?
La Dott.ssa Emma Pulvirenti , responsabile Siav, ha spiegato che le onde radio propagate e scambiate tra telefonino e stazione radio base vengono assorbite dal nostro corpo, un effetto riscontrabile è ad esempio il surriscaldamento della parte attorno all’orecchio dopo aver parlato per molto tempo al cellulare. Queste onde sono state oggetto di studio della IARC, associazione che si occupa della ricerca sul cancro, e sono stati rilevati effetti dannosi a lungo termine soprattutto in soggetti pediatrici.

Dare in mano il cellulare ad un bambino al di sotto dei 12 anni significa esporlo in maniera esponenziale a maggiori rischi, dato che il suo corpo è composto da una prevalente quantità di acqua. I possibili danni potrebbero interessare la vista, la postura, il Dna e si parla addirittura di probabili tumori.
Non si tratta di ingenerare allarmismo, di certo è però che occorre seguire dei semplici accorgimenti per una minore incidenza di pericoli : stare a meno di un metro da chi parla, utilizzare auricolari e viva voce, non tenere telefoni addosso, rivolgere l’antenna vero l’esterno, fare chiamate brevi, meglio gli sms, evitare zone con segnale debole ( perché si generano più onde) e, nell’acquisto, scegliere telefonini a radiazioni basse (SAR). Inoltre,una regola fondamentale è di evitarne l’uso in macchina perché oltre ad essere oggetto di distrazione per il guidatore, l’abitacolo in movimento genera una maggiore ricerca di ponti radio per agganciare le onde, dunque una moltiplicazione delle stesse.
Allora meglio curare o prevenire?
Questa è la domanda rivolta agli studenti dalla pedagogista , Dott.ssa Gabriella Barrica. La prevenzione è uno strumento di difesa e di consapevolezza delle nostre azioni. Evitare un uso distorto del cellulare così come quello del cibo o di altro, significa rispettare se stessi ed anche gli altri. L’errore comune in cui non bisogna mai cadere è quello di dire “tanto lo fanno tutti”, perché se il cambiamento non parte dalla singola persona, non si potrà mai cambiare collettivamente.

Informazione, formazione e cambiamento sono gli obiettivi per una collettività responsabile, partendo proprio dai nostri figli.
Valeria Barbagallo






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