Una lettera scritta con garbo e fervore , quella inviata dagli ex dipendenti della Windjet al Presidente Musumeci. Pochi giorni fa Musumeci si era indignato per il costo di un biglietto aereo nazionale con partenza e ritorno in Sicilia. “Volare è dispendioso -affermano gli ex dipendenti- la compagnia aerea Windjet faceva volare i siciliani a prezzi low cost, (…) vendevamo acqua nel deserto”.
Ciò che emerge è l’amarezza di essere stati illusi di una mancata ricollocazione in altre mansioni , un diritto calpestato che ha lasciato disoccupati ragazzi con progetti di famiglia ed economici alle spalle.
“Ad oggi non si parla più di noi,- scrivono- forse perché non siamo voluti salire sui tetti? Forse perché nessuno di noi si è incatenato in una piazza a fare sciopero della fame? Forse perché, secondo l’opinione pubblica, non abbiamo fatto “casino” , ci passi il termine, abbastanza? Eravamo tutti alle prime armi, giovani ragazzi che non conoscevano certe dinamiche, e che solo dopo hanno appreso che le maniere forti sarebbero state più utili per una eventuale ricollocazione”.
Musumeci ha dichiarato pubblicamente di voler allestire una compagnia aerea Siciliana , per rendere fruibili gli spostamenti nazionali a prezzi accessibili. A tal proposito gli ex dipendenti, ricordano al presidente di tenerli in considerazione in virtù del fatto che non hanno ricevuto la ricollocazione promessa e che hanno una formazione e specializzazione nel settore.
“Vorremmo il “privilegio“ di poter tornare a lavorare- concludono – il “privilegio” di poter mettere a disposizione la nostra professionalità”.
Valeria Barbagallo






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