VIAGGIO TRA LE VIE DELL’ARTE


Al teatro Emilio Greco di Gravina di Catania si è conclusa domenica 17 marzo la  XIX  edizione della rassegna d’arte “Viaggio tra le vie dell’Arte”organizzata dall’Associazione culturale Akkuaria , presieduta da Vera Ambra. Artisti poliedrici e di generi diversi hanno creato un percorso artistico variegato e sobrio, che ha attratto molti visitatori.

Si prega di toccare le foto “ è lo slogan che ha inevitabilmente suscitato perplessità. “ Si devono toccare per carpirne le emozioni  ”-spiega il  fotografo Nino Gullotti – perchè la tecnica dei tratti  graffiati  percorrendo la luce naturale della fotografia stessa , consente di dare un tocco artistico ed innovativo, percependo al tatto la bellezza dell’immagine”.

Bellezza, filosofia e perfezione sono i tratti distintivi delle sculture di Vito Guardo, che riflettono il lavoro paziente e costante di chi è nato con lo scalpello in mano. Il segreto della natura e il pensiero cosmico di un infinito non tangibile all’uomo, vengono svelati attraverso forme decise, vorticose in chiave antropocentrica e la donna con la sua grazia e magnificenza è la chiave del mistero. Volti dimezzati , sdoppiati nella duplice natura uomo-donna, corpi sinuosi velati, nudi distesi, racchiudono l’espressione della purezza e dell’inganno, della seduzione e della castità, della tentazione e della resistenza.

L’immagine femminile sembra prevalere nel viaggio pittoresco.

I quadri di Anastasia Guardo, figlia di Mario Guardo  noto scultore e raffinato intagliatore,   mettono a nudo la sensibilità e la crescita dell’artista. Originali i dipinti ispirati al verticalismo, in cui la scomposizione della materia, esaltata da colori accesi e variegati, ritorna alla sua armonia naturale e ciclica.

Sebbene abbia aderito per un periodo ben preciso alla corrente del verticalismo, l’artista ha poi preferito dare forma alla sue emozioni, al suo vissuto,  raccontandosi anche in alcuni quadri. “La pittura per me è catarsi”-afferma Anastasia- “perché riesce a far uscire ciò che è nascosto interiormente” . “Al di là dell’ego” e “Afrodite metafisica” sono opere assolutamente autobiografiche. Infatti, il volto ritratto in entrambe è dell’artista stessa in due momenti particolari della sua vita. “Al di la dell’ego” è proprio un invito ad osservare oltre la superficie del viso , perché ciò che vuole mettere a nudo sono quegli interrogativi umani rimasti senza risposta.

In “Afrodite Metafisica”, oltre al riferimento alla mitologia greca , a lei molto cara, e alla presenza del felino nero, simbolo del mistero, emerge l’esigenza di un cambiamento simboleggiato dalle volute in carta applicate ed anche quelle dipinte.

Dalla “Innocenza Violata” di Anastasia Guardo ai volti dei fanciulli perfettamente ritratti da Manuela Samperi , il tema dell’infanzia non passa inosservato. La tecnica degli acquarelli ha consentito a Manuela di esaltare l’innocenza e la purezza dei bambini, con i loro sorrisi autentici, con l’affettività verso i propri giocattoli, con le parole sussurrate all’orecchio. L’infanzia non ha etnie, e i volti dei bambini con tratti somatici  diversi azzera pregiudizi ed esalta l’umana genuinità.  L’infanzia non ha colori se non quelli della fantasia dei bambini.

Valeria Barbagallo

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