Dott. Commercialista Guglielmino Marcello Santi
L’assegno unico assorbirà una serie di provvedimento come il bonus bebè, famiglie numeroso, solidarietà, bonus e sarà legato al reddito del genitore principale percettore. Da una prima lettura quindi il reddito dell’intero nucleo il che mi sembrerebbe discriminatorio verso i soggetti che hanno due genitori con redditi simili rispetto a chi ha un secondo genitore con un reddito minimo.
L’assegno unico andrà in sostituzione degli assegni familiari per i figli a carico e delle altre misure esistenti a sostegno della natalità;
nel caso di una coppia monoreddito (lavoratore dipendente) con un figlio a carico minorenne con più di tre anni l’assegno unico garantisce intorno ai 15.000 euro di reddito familiare un beneficio sostanzialmente analogo a quello vigente. Per valori di reddito inferiori e superiori invece il nuovo assegno unico determina un regime più generoso.
Nel caso della famiglia con tre figli l’importo dell’assegno unico risulterebbe inferiore alla somma di assegni familiari e detrazioni per redditi molto elevati (oltre i 90.000 euro); per quasi tutte le famiglie più numerose invece il nuovo assegno risulterebbe penalizzante, in quanto sia gli assegni per il nucleo familiare sia le detrazioni risultano oggi particolarmente elevati. Ciò accade perché per queste famiglie più numerose sono previste delle maggiorazioni specifiche delle detrazioni ordinarie per figli a carico ( 200 euro a figlio) e una detrazione aggiuntiva di 1.200 euro erogata anche nel caso di incapienza.
Assegno più alto per coppie monoreddito con figlio a carico con meno di tre anni
Concentrandosi sull’ età dei figli a carico, si ricaverebbe che l’assegno unico garantisce benefici maggiori di quelli vigenti di entità più o meno elevata p er tutte le coppie monoreddito con un figlio a carico tranne nel caso in cui quest’ultimo abbia meno di tre anni e per redditi familiari prossimi ai 15.000 euro.
Assegno anche per i lavoratori autonomi
Con il nuovo regime si garantirebbero benefici particolarmente elevati ai lavoratori autonomi che attualmente non ricevono gli assegni al nucleo familiare. Ad esempio per una coppia monoreddito con figlio minorenne con più di tre anni il guadagno ammonterebbe a circa 1.600 euro. Il superamento della categorialità dei benefici se, da un lato, risponde a un principio di equità, dall’altro, pone alcuni problemi riguardo alla opportunità di utilizzare un indicatore affetto da distorsioni quale il reddito ai fini Irpef per graduare il beneficio, data anche la maggiore propensione dei lavoratori autonomi a occultare parte del proprio reddito.
Fonte Tasse e fisco






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