Palermo rivoluzione indipendentista del 1848


Giuseppe Scianò: « Nella ricorrenza del 171° Anniversario della grande Rivoluzione Indipendentista del 12 gennaio 1848, gli Indipendentisti del Centro Studi “Andrea Finocchiaro Aprile” Ne ricordano i valori ed i significati, ancora oggi di grande attualità ». Gli Indipendentisti del Centro Studi “Andrea Finocchiaro Aprile” ricordano, la Rivoluzione, lungamente preparata, esplosa proprio Palermo, nella Piazza della FIERA VECCHIA (oggi PIAZZA DELLA RIVOLUZIONE), il 12 gennaio del 1848. La Rivoluzione, com’è noto, dilagò, poi, in tutta quanta la Sicilia, obbligando le truppe borboniche a ritirarsi precipitosamente, almeno nella prima fase della guerra di liberazione che ne seguì. Quella Siciliana fu la prima delle grandi Rivoluzioni che avrebbero caratterizzato quell’anno (1848) e che sarebbero, poi, esplose in tutta quanta l’Europa. E fu anche la Rivoluzione meglio riuscita e più ricca di significati e di contenuti. Fu, infatti, riconvocato il Parlamento Siciliano (con le modalità previste dalla Costituzione del 1812); fu emanata una nuova Costituzione; fu dichiarata decaduta la dinastia dei Borbone. E fu proclamata solennemente l’ indipendenza e la sovranità dello STATO SICILIANO. Fu, quella del 1848, una Costituzione molto “democratica” anche in quanto poneva al centro del nuovo ordinamento costituzionale il parlamento, che veniva – così – considerato l’organo “rappresentativo” di tutto il Popolo Siciliano e della sua volontà. Per l’epoca non era poco. Nel corso dei lavori, sono stati evidenziati alcuni particolari “storici” spesso sottovalutati. Particolari, cioè, come quello, importantissimo, dal quale si evince che, a differenza di quanto fosse avvenuto il più delle volte in Italia ed in Europa, il maggiore protagonista della Rivoluzione del 1848, in Sicilia, fu il Popolo Siciliano, la Nazione Siciliana, che dimostrò un eroismo ed una coscienza politica eccezionale. A tal proposito, è doveroso ricordare che contro la Sicilia (oltre che Ferdinando II di Borbone e con maggiore impegno di quest’ultimo) si schierarono tutte le forze “unitarie” Italiane; i Repubblicani e quasi tutti i futuri Padri della Patria (Italiana); il Governo “liberal-carbonaro ed unitario” di Napoli e l’esercito “golpista”, ufficialmente “Borbonico”, ma guidato da Generali e Comandanti militari prevalentemente “unitari, filopiemontesi, liberali ed antisiciliani”, come era avvenuto, con i vari Guglielmo PEPE, Pietro COLLETTA ed altri, nel biennio 1820-1821. Al punto tale che Ferdinando II, al momento dell’ULTIMATUM di GAETA, fu salutato come “Salvatore dell’Unità d’Italia”. Di seguito riportiamo il testo, – niente affatto casuale, – dell’ ARTICOLO 2 della Costituzione Siciliana del 1848 , che così recita: «Art.2 – La Sicilia sarà sempre Stato indipendente. Il Re de’ Siciliani non potrà regnare o governare su verun altro paese. Ciò avvenendo sarà decaduto ipso facto. La sola accettazione di un altro principato o governo lo farà anche incorrere ipso facto nella decadenza.»

mi. mi.

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