Costruito sull’Agro ericino, un tempo Monte di San Giuliano, oggi Erice è uno dei Comuni più affascinanti di tutta la Sicilia. E non solo per i suoi monumenti, come le Mura Fenicie o il Duomo di Sant’Assunta o il bellissimo Giardino del Balio, la meraviglia di Erice sta nelle sue leggende. Prima la fra tutte la leggenda della Bellina.
Si racconta che verso la metà del XIII secolo, in una Erice assai diversa da oggi, viveva una donna bellissima che tutti chiamavano “Bellina”. Ammirata e invidiata per i suoi lunghi capelli corvini e per la sua pelle bianca a cui nessun uomo era in grado di resisterle, la ragazza aveva centinaia di pretendenti che puntualmente rifiutava uno per uno. La leggenda racconta che la Bellina fosse in realtà innamorata di un uomo costretto a partire per la guerra, che prima di andarsene le aveva fatto dono di un anello come promessa per la loro futura unione alla fine della guerra. L’uomo non fece mai ritorno ma la Bellina continuò ad aspettarlo protesa con lo sguardo verso la finestra.
Tra le centinaia di pretendenti per il matrimonio c’era anche un ricco barone, il quale non si rassegnò al rifiuto e con l’aiuto di un mago riuscì ad ottenere l’anello della ragazza con la promessa di lucidarlo. Al momento della restituzione il barone si presentò dinnanzi tentando di baciarla ma non avendo alcun successo e preso dall’ira, data dall’ennesimo rifiuto della ragazza, l’uomo inferocito gettò l’anello tra i rovi. Bellina si lanciò tra le spine e per effetto della magia nera, inferta dal mago, venne tramutata in una biscia. La magia nera rimbalzò anche sul barone, infatti il povero malcapitato venne trascinato negli Inferi da un esercito di demoni.
Da quel momento, ogni qualvolta ci si imbatte in una biscia nera per le vie di Erice, in realtà ci si è imbattuti nell’anima della Bellina, condannata a reincarnarsi nel corpo di una biscia finché non ritroverà l’anello del suo amato ancora perduto tra i rovi.
Danilo De Luca






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