“Le Storie del Castello di Trezza”


Nell’anno del centenario della morte di Giovanni Verga, la casa editrice “Rossomalpelo”, ha voluto ricordare il maggior esponente del Verismo con un racconto dimenticato: “Le Storie del Castello di Trezza”.
La narrazione per immagini rappresenta la peculiarità della casa editrice nel raccontare la novella Verghiana. “I nostri progetti editoriali nascono dalla necessità di proporre un’alternativa culturale nel panorama letterario, in particolare nel campo della narrativa, saggistica e poesia. Ci affidiamo al nostro istinto: credere in ciò che pubblichiamo è fondamentale per il nostro lavoro”- chiarisce la casa editrice.

Il progetto editoriale è stato curato integralmente da Danilo Musumeci; il racconto per immagini è stato affidato all’ex assistente di Letizia Battaglia: la fotografa, Marina Mongiovi’.
Quest’ultima ha saputo perfettamente tradurre la vicenda in stato d’animo, raffigurando i personaggi quasi sempre di spalle, come dei “timidi amanti”.
Il racconto “Le Storie del Castello di Trezza” chiude la raccolta di novelle “Primavera”. Pubblicata la prima volta nel 1876 e insieme alla novella “Nedda” nel 1880, da Treves con il titolo “Novelle”.
“Le Storie del Castello di Trezza” viene definita dallo stesso Verga un vero e proprio “peccato di gioventù” per la sua preferenza verso il romanzo gotico, lontano dal verismo e dalla descrizione della società più umile.
Il mare, protagonista della vicenda, giocherà un ruolo fondamentale; cosi’ come il tramonto che rappresenta il tempo dell’amore ma anche della morte. Il racconto verghiano si apre in medias res, alludendo ad una leggenda lasciata in sospeso momentaneamente dalla voce narrante. La vicenda inizia con una storia di amore e morte, dentro la quale si svolge una seconda storia di tradimento e violenza.
Nel racconto di primo grado, la protagonista Matilde, moglie del signor Giordano, ha una relazione con l’amico Luciano. Sia Matilde che Luciano sono affascinati dalla leggenda popolare che circola nei luoghi in cui essi si trovano, fino al punto di immedesimarsi entrambi nella vicenda.
La novella di secondo grado racconta un’antica e terribile leggenda. Saranno protagonisti altri due innamorati: donna Violante, prima moglie del barone don Garcia d’Arvelo e Corrado, paggio del barone.
“Matilde, Giordano, Luciano, donna Violante, don Garcia e donna Isabella sono le presenze che abitano il Castello di Trezza. Ognuno a modo loro, ognuno in un tempo diverso. Questi fantasmi, creati dalla penna di Verga, persistono in un vortice di amore e morte, condannati in eterno ad amare qualcuno e seguirlo abbracciati giù da una rupe maledetta”- come spiega la casa editrice.

Arianna Pastore

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