Gli anni di piombo, iniziati con la strage di Piazza Fontana (12 Dicembre 1969), sono stati caratterizzati da un efferato terrorismo neofascista, sostenuto da uomini chiave dell’apparato dello stato, che si espresse mediante attentati contro cittadini comuni o contro militanti di sinistra e antifascisti. All’opposto del “terrorismo nero”, si sviluppò negli anni settanta il “terrorismo rosso” di matrice comunista con le sue formazioni più note: “Nuclei Armati Proletari”, “Prima Linea” e le “Brigate Rosse”. L’apice venne toccato con il rapimento e l’uccisione dell’esponente più illustre del compromesso storico: Aldo Moro, da parte delle Brigate Rosse. Il terrorismo rosso entrò in crisi nella seconda metà degli anni ottanta, grazie alla promulgazione di leggi speciali da parte dello Stato e al “pentitismo”. Dopo un susseguirsi di attentati che provocarono morti ,feriti nonchè un clima di incertezza, lo stragismo nero decise di compiere quello che poi venne definito come:” Il più grave atto terroristico avvenuto in Italia nel secondo dopoguerra”, la Strage di Bologna. Il 2 agosto 1980 alle ore 10:25 una bomba contenente 23 Kg di esplosivo venne fatta esplodere presso la stazione ferroviaria di Bologna Centrale, provocando il ferimento di 200 persone e la morte di 85. L’attentato venne da molti indicato come uno degli ultimi atti della” strategia della tensione” che mirava a diffondere uno stato di insicurezza e paura tra la popolazione al fine di arrivare a svolte politiche di stampo autoritario. L’obiettivo del terrorismo nero era quello di rendere instabile e debole la democrazia ma soprattutto le forze politiche di estrema sinistra che erano riuscite a guadagnare un grande appoggio nella società italiana, dopo il periodo del 68 e l’autunno caldo.“Non ci sono parole che possano esprimere il mio stato d’animo. Ho visto adesso dei bambini nella sala di rianimazione, due stanno morendo ormai, una bambina un bambino. È una cosa straziante”, le parole del Presidente Sandro Pertini dopo essersi recato nel luogo dell’accaduto. Inizialmente il governo in carica presieduto da Francesco Cossiga non comprese la natura dolosa dell’esplosione. Solo dopo aver ascoltato le testimonianze e aver svolto le indagini, la pista si indirizzò verso il terrorismo nero. Vennero condannati dopo numerosi depistaggi, affermazioni e controaffermazioni: Licio Gelli (noto come “Maestro venerabile” della loggia massonica P2), Pietro Musumeci, Giuseppe Belmonte, Francesco Pazienza, Valerio Fioravanti, Francesco Mambro. Nel 2007 si aggiunse la condanna di Luigi Ciavardini, nel 2020 quella di Gilberto Cavallini e nel 2022 quella di Paolo Bellini.
“I terroristi hanno commesso un solo errore: compiere la strage a Bologna”, le parole di Lidia Secci, madre di una delle vittime della strage di Bologna. Il 1 giugno 1981 si costitui’ ” L’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980″, “allo scopo di “ottenere con tutte le iniziative possibili la giustizia dovuta”. Il 6 aprile 1983 l’Associazione, assieme alle Associazioni delle vittime delle stragi di piazza Fontana, piazza della Loggia e del treno Italicus, costituì con sede a Milano, l’Unione dei familiari delle vittime per stragi. Dopo 42 anni il paese non dimentica e come ogni anno la città di Bologna insieme all’Associazione tra i familiari delle vittime della strage organizzano il Concorso internazionale di composizione “2 agosto” con concerto in Piazza Maggiore.
Arianna Pastore






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