Il Castagno dei cento cavalli, svelata l’età dell’albero più antico di Sicilia


In un famoso racconto un vecchio diceva al nipote: “Se vuoi conoscere la storia del mondo devi chiederla ad un albero”. 

L’autore ci aveva visto bene. Sarà per la loro valenza simbolica o per quella particolare forma che ricorda un neurone ( sede della memoria ) , ma gli alberi sono delle creature affascinanti e laSicilia non poteva di certo mancare ad ospitarne uno tra i più belli del mondo. 

Il Castagno dei cento cavalli è monumento nazionale dal 1965, nel 2008 è entrato a far parte dell’Unesco ed è stato eletto albero dell’anno nel 2021. Situato alle pendici dell’Etna, nel comune di Sant’Alfio in provincia di Catania, misura 18 metri di diametro e 22 di altezza con una chioma che ricopre più di mille metri quadrati. Insomma, è un vero e proprio monumento vivente. Ma quanto è vecchio ? 

Una precedente stima indicava tra i 3 e i 4 mila anni, oggi uno studio sul Dna ha stabilito un’età più precisa. Lo studio è stato realizzato dal Crea ( Consiglio per la ricerca in agricoltura ) e pubblicato su Foresty, rivista internazionale di ricerca forestale. I risultati hanno messo luce sull’origine dell’albero partendo dalla sua peculiare suddivisione in tre tronchi. La ricerca coordinata dalla dott.ssa Angelina Nunziata conferma l’uniformità genetica del tronco, escludendo l’ipotesi che sia potuto nascere da tre castagne sorelle e avvalorando l’idea di un solo seme. Il Crea ha condotto lo studio attraverso una tecnica innovativa di analisi del Dna estratto dalle foglie della pianta, consentendo di descrivere l’impronta genetica dell’albero di cui si è ricavata anche l’esatta età biologica, ovvero 2200 anni. 

In un certo senso, quando la prima gemma è stata piantata era il periodo della battaglia di Zama ( 202 a.C ), quando i romani guidati da Scipione sconfissero Annibale e posero fine alla seconda guerra punica. Ma fu nel XIII secolo, quando la regina Giovanna I d’Angiò si riparò sotto le sue fronde da un temporale con i “cento suoi cavalieri” che il castagno assunse l’attuale nome che tutti conosciamo. L’albero, inoltre vide il volto di Goethe e dimolti altri letterati e artisti, che lo fecero entrare nel Grand Tour dei viaggiatori europei.

Quell’autore aveva ragione, gli alberi contengono la storia del mondo. Sono fonte di vita e di memoria e per questo vanno rispettati e preservati. Bisogna tutelare e valorizzare l’agrobiodiversità al fine di migliorare il corredo genetico delle specie in modo da ottenere varietà resistenti agli eventi climatici estremi, agli stress idrici e ai patogeni più diffusi.

Danilo De Luca

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