E’ morto Michail Gorbačëv, l’ultimo segretario del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, all’età di 91 anni.
A darne notizia è stata l’agenzia russa Tass:”Questa notte, dopo una grave e prolungata malattia, Gorbaciov è morto”. Da tempo soffriva di diabete e di problemi renali, lo scorso 20 Giugno era stato ricoverato nel “Central Clinical Hospital della Russia” dove è avvenuto il decesso.
Era l’11 Marzo del 1985 quando a seguito della morte di Konstantin Černenko, Gorbačëv venne eletto Segretario Generale del PCUS all’età di 54 anni, diventando il più giovane politico nella storia ad entrare nel Politburo del PCUS.
A causa della stagnazione economica in cui si trovava l’Unione Sovietica sentì fin da subito la necessità di avviare un processo di ristrutturazione dell’economia attraverso un “programma di riforma” che venne approvato dal Comitato Centrale nell’Aprile del 1985.
Il programma di riforma per democratizzare il paese si basava su due concetti chiave: glasnost’ (liberalizzazione, apertura, trasparenza) e perestrojka (ricostruzione), che divennero successivamente molto popolari.
Il piano prevedeva di fermare la crescita dell’alcolismo nel Paese, alzando i prezzi della Vodka, del vino e della birra e limitandone le vendite. Venne proibito il consumo di alcolici nei treni a lunga distanza e nei luoghi pubblici, ma la riforma non produsse gli effetti sperati ed anzi si rilevò solo negativa per l’economia.
Nel 1987 la firma del trattato INF portò all’eliminazione delle armi nucleari a raggio intermedio in Europa, grazie ad un precedente incontro avvenuto tra il segretario del PCUS, che voleva porre fine alla guerra fredda, e il presidente americano Ronald Reagen.
Nel 1988 vennero introdotte maggiori libertà per i cittadini sia in ambito religioso che espressivo, questo rappresentò un cambiamento radicale rispetto al passato dove nessuno poteva manifestare il proprio dissenso e si decise inoltre di ridurre il controllo del governo sulle attività private.
Introdusse in Unione Sovietica un nuovo modello di governance nella forma di un sistema presidenziale con la creazione del “Congresso dei deputati del popolo dell’URSS”(composto da 1500 membri eletti a suffragio universale e 750 designati dal partito). Nel 1990 il Congresso dei rappresentanti del popolo dell’URSS elesse Gorbačëv presidente dell’Unione Sovietica. Tuttavia questo processo di riforme incontrò degli ostacoli, da parte soprattutto della nomenklatura( l’elenco delle posizioni o dei lavori di maggiori responsabilità, i cui occupanti dovevano essere approvati dal Partito Comunista dell’Unione Sovietica), ma anche l’esplodere di conflitti etnici e il nascere di tensioni nazionalistiche. Nel 1991 ci fu un tentativo di colpo di stato in Unione Sovietica, organizzato da alcuni esponenti di spicco del PCUS, del governo e delle forze armate per deporre Gorbačëv e riportare al potere i comunisti conservatori che erano stati sempre contrari a questo processo riformatore di Gorbačëv.
Il fallimento del colpo di stato rafforzò la figura di Eltsin che bandì il PCUS e si fece portatore del processo di dissoluzione dell’Unione Sovietica, che di fatto rappresentò la fine dell’epoca bipolare.
Il mondo occidentale, da Sergio Mattarella al presidente francese Emmanuel Macron omaggiano l’operato dell’ultimo leader sovietico; il presidente russo Vladimir Putin non sarà presente ai funerali previsti per sabato “perché il suo programma di lavoro di quel giorno non glielo consente”.
Arianna Pastore






Lascia un commento