Il presepe siciliano: un viaggio nell’antica tradizione


Una delle tante tradizioni legate al Natale, oltre all’albero, è sicuramente rappresentata dal presepe: detto anche presepio, esso raffigura la nascita di Gesù bambino avvenuta a Betlemme di Giudea, dentro una mangiatoia in una piccola capanna. Si tratta di un’usanza che ha tradizioni antiche e medievali che, inizialmente diffusa in Italia, si è sparsa in tutto nel mondo e, in particolare, nei paesi cattolici.

In Sicilia, il presepe ha origini molto antiche, risalente al XVI secolo con la prima raffigurazione della Sacra Famiglia, fino ad arrivare ai nostri giorni e sempre più sentito dai cattolici. La raffigurazione del presepe odierno ha subito numerose trasformazioni nel tempo: infatti, dalla Sacra Famiglia, a partire dal XVIII secolo, vennero commissionati presepi sempre più elaborati, a cui sono stati aggiunti i vari pastorelli, come il fornaio, la lavandaia, l’uomo che dorme sotto l’albero, il cacciatore, insieme poi a tutti gli animaletti e le varie casette.

Nonostante la sua originalità, il presepe siciliano è stato influenzato dagli influssi e dalla tecnica napoletana, sia per la riproduzione della vita quotidiana, sia per la realizzazione delle figure in legno, fil di ferro e stoffa. Tuttavia, l’originalità si nota soprattutto nei presepi di Palermo e Siracusa, a partire dal 1600, con l’uso della ceroplastica (tecnica di lavorazione della cera), e poi anche nei presepi di Caltagirone, a partire dal 1800, realizzati in terracotta.

In queste aree si può percepire maggiormente l’antica tradizione del presepe con un’importante significato religioso, legato alla valorizzazione dell’identità popolare. Nonostante il Covid-19, l’attività natalizia ha permesso, quasi subito, di riprendere la tradizionale esposizione di presepi viventi e non, visitabili in tutte le città siciliane. Di particolare rilevanza sono anche il presepe settecentesco di Acireale, allestito dietro la Basilica di San Sebastiano, in un ambiente del tutto naturale fatto di pietra lavica, dove i personaggi richiamano lo spirito popolaresco.

Giulia Manciagli

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