Tutti i cimiteri, credo, cercano in qualche modo di rendere meno crudele il contatto con la morte. Forse un modo per colmare vuoti e assenze. Di certo, un tempo rappresentavano la gloria e laricchezza della famiglia del defunto, un modo, per così dire, per arrivare anche laddove la materia non può.
Oggi, molti di questi cimiteri sfarzosi, sono diventati unatestimonianza artistica, storica e culturale. Qualche volta ancheattrattiva turistica, basti pensare al cimitero acattolico di Roma, in zona Piramide, che ogni anno raccoglie migliaia di offerte da parte dei turisti e dagli appassionati delle architetture gotiche. Ma torniamo in Sicilia. Non un solo cimitero, ma più camposanti custodiscono testimonianze artistiche ed architettoniche di pregio. Cominciamo da Palermo con il cimitero monumentale Sant’Orsola, dove tra le sue strutture settecentesche e ottocentesche riposano anche il giudice Giovanni Falcone, il beato Don Pino Puglisi, e il vicequestore Ninni Cassarà. Tra i vari nomi che hanno segnato la storia e che hanno decretato il successo artistico del camposanto, spicca quello di Ernesto Basile: sue sono la tomba Raccuglia e la Cappella Guarnaschelli, realizzate nel 1899.
Altro bene artistico, sempre a Palermo, è il camposanto Santa Maria di Gesù, costituito da chiesa, convento, chiostro e cimitero.Tra le famiglie prestigiose che lì riposano ci sono anche i Florio, contraddistinti da un leone in marmo, simbolo della casata e realizzato da Benedetto Di Lisi.
Anche Messina vanta di un cimitero monumentale. Il Gran Camposanto è riconosciuto come uno dei più importanti d’Europa e – insieme a quello di Staglieno – è il cimitero monumentale più artistico d’Italia.
Custodisce, infatti, gran parte della produzione architettonica e statuaria neoclassica della città e al suo interno si trova anche il cimitero inglese, che occupa gran parte dell’estensione del camposanto.
Testimonianze liberty, neogotiche e neoclassiche contraddistinguono il cimitero messinese che nacque, inizialmente, come parco urbano (ne sono testimonianza i grandi spazi verdi, ancora oggi presenti).
Destinato ad essere un parco urbano, diventato poi cimitero, viene oggi definito anche “la galleria d’arte moderna e contemporanea all’aperto” della città presenta numerose testimonianze liberty e neogotiche realizzati lì da talentuosi artisti locali e non, sia dell’Ottocento che del Novecento.
Altro cimitero monumentale è custodito a Caltanissetta, nel cuore della Sicilia, ed è riconosciuto come uno dei più antichi d’Italia. Si tratta del “Cimitero degli angeli”, costruito nel 1878 vicino la chiesa di Santa Maria degli Angeli e il castello di Pietrarossa, custodisce ancora oggi pregiate cappelle gentilizie.
Un camposanto con sistemazione “a giardino” e con viali alberati: questa l’idea all’origine della creazione del museo monumentale etneo, progettato da Filadelfo Fichera nel 1879, tra i massimi esperti nazionali in materia di igiene e salute pubblica. Oggi il camposanto custodisce le cappelle funerarie di numerose famiglie gentilizie e che rappresentano i monumenti più importanti del cimitero.
Splendide edicole e cappelle private arricchiscono il patrimonio monumentale del camposanto, e che si ispirano a differenti stili architettonici: dal Caldeo-Assiro al Gotico, dal Greco-Romano al Normanno, dall’egizio al Fiammeggiante. E poi ancora cupole, cuspidi, guglie e tombe marmoree.
Il nostro viaggio tra l’arte e le bellezze realizzate per rendere omaggio a nobili casati e nomi illustri, si conclude a Caltagirone, nel camposanto risalente alla seconda metà dell’Ottocento e chiamato anche “cimitero del Paradiso”, dal nome della contrada in cui è stato realizzato.
Il cimitero monumentale è stato riconosciuto come tra i più importanti della Sicilia e nel 1931 fu anche dichiarato monumento nazionale.
Perché? Perché il camposanto, realizzato seguendo il progetto dell’architetto Giovan Battista Nicastro, custodisce pitture, sculture (come l’angelo marmoreo di Mario Rutelli), fregi e capitelli di grande pregio e bellezza.
Peculiarità del progetto dell’architetto Nicastro è aver puntato – per la realizzazione dei monumenti chiave del cimitero – all’utilizzo di materiali facilmente reperibili nell’isola, come la pietra bianca del ragusano, la pietra lavica e la terracotta.
I quattro portici di questa splendida struttura costituiscono le quattro vie principali del camposanto. Non resta che scegliere quale viale imboccare per perdersi tra tombe marmoree e cappelle di indescrivibile bellezza.
Danilo De Luca






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