Approvato dal Consiglio dei Ministri in data 16 Marzo 2023, ebbene signore e signori, gentile pubblico spettatore al teatro delle informazioni, il Ponte sullo Stretto di Messina si farà. La sua finalità ? Naturalmente collegare in forma stabile Calabria e Sicilia.
In una nota del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti ( MIT ) viene dichiarato che il testo nella sua forma definitiva non è stato reso noto perché mancano ancora alcuni punti tecnici e di approfondimento.
Il progetto, intanto, vede scendere in campo, oltre al MIT, anche il Ministero dell’Economia e delle Finanze ( MEF ) e ad una nota leggendaria persona giuridica riesumata dalla liquidazione, stiamo parlando della Società Stretto di Messina. L’attuale cronoprogramma prevederebbe la stesura e l’approvazione del progetto esecutivo entro il 31 luglio 2024 che secondo le intenzioni del governo dovrebbe coincidere con la data dell’inizio dei lavori. Almeno si spera, o forse no.
Per il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini il ponte sarà una grande attrazione turistica oltre che una delle opere più green al mondo favorendo il collegamento della Sicilia al resto d’Europa. Dall’altro della staccionata, invece, commentano il decreto i co-portavoci di Europa Verde Angelo Bonelli ed Eleonora Evi, trovando inaccettabile la costruzione dell’opera faraonica a fronte delle gravi problematiche strutturali derivate dall’elevato rischio sismico. I due Verdi, invece, sottolineano la priorità di una strategia energetica per rendere l’Italia indipendente dalle fonti fossili.
Intanto per quanto riguarda il progetto c’è poco di nuovo rispetto al passato: verrà ripreso quello definitivo del 2011, adeguandolo a eventuali norme ambientali, tecniche e di sicurezza approvate negli ultimi anni. Il lavoro quindi non ripartirebbe da zero e a conclusione si rivelerebbe come il Ponte “strallato” ( cioèsostenuto da cavi ) più lungo al mondo, con i suoi 3,3 chilometri tra Messina e Villa San Giovanni.
L’opera dovrebbe sorgere su due piloni, uno per sponda, senza sostegni nel mezzo, quindi a campata unica. La struttura sarebbe unica al mondo: sul lato siciliano, vicino al paese di Ganzirri, dovrebbe sorgere sulla terraferma una torre alta quasi 400 metri. All’altro capo dello stretto, un pilone identico dovrebbe fornire il secondo sostegno al ponte, formando appunto un unico arco lungo circa 3,3 chilometri. Il ponte prevede un collegamento su strada e su ferrovia. Su strada sono previste sei corsie stradali: tre per ciascun senso di marcia (veloce, normale, emergenza). Con un’intensità di traffico di sei mila veicoli all’ora. Il sistema ferroviario sarebbe invece articolato su due binari per permettere il passaggio di 200 treni al giorno.
Per quanto riguarda i costi si prevede una spesa che va dai 4 ai 7 miliardi con una richiesta di 150 mila posti lavoro. Ma il conto va fatto anche con le entrate, per renderlo profittevole si dovrebbe di certo aumentare il transito di passeggieri e merci, portando prima di tutto l’Alta velocità in Sicilia, quindi un’ulteriore investimento sulla viabilità.
Questa volta ci licenziamo da commenti sprezzanti lasciando al buon lettore il giudizio sugli eventi di questi giorni e su ciò che ancora dovrà avvenire. La Storia del Ponte di Messina è nota e reperibile in rete rete, non spetta ancora il giudizio ma solo la buona osservazione dei fatti. Non resta, allora, che darci appuntamento al 31 Luglio 2024.
Danilo De Luca






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