La cucina italiana, e in questa sede non cito deliberatamente la cucina siciliana perché appendice della prima, è prima di tutto l’espressione di un forma d’arte, propriamente detta “arte culinaria”, risultato di tradizioni “fortemente” radicate in tutto il territorio da Nord a Sud e viceversa, ma è anche una storia di impegno e sacrificio, molte volte di espedienti ed esperimenti per rendere la vita più sana e godibile. La cucina italiana è anche patrimonio immateriale dell’umanità, riconosciuta dall’UNESCO nel 2010.
Che la cucina italiana non sia una cosa da laboratorio chimico lo ha espresso anche l’Assessore all’Agricoltura della Regione Siciliana Luca Sammartino. “Dove c’è un rischio per la salute dei consumatori – ha detto Sammartino – è doveroso essere intransigenti. L’approvazione del disegno di legge che vieta la commercializzazione degli alimenti e della carne sintetica è una scelta sacrosanta. Al di là della necessaria tutela della filiera alimentare italiana, nella quale spiccano le produzioni d’eccellenza siciliane, risulta incomprensibile pensare di immettere nel mercato prodotti da laboratorio pieni di conservanti e additivi, pericolosi per la salute”. La dichiarazione dell’Assessore fa riferimento al DDL approvato il 28 Marzo dal Consiglio dei ministri che vieta la commercializzazione degli alimenti sintetici.
Ma facciamo un passo indietro.
Cos’è il cibo sintetico ?
È un prodotto in vitro, cioè “coltivato” in laboratorio. Come per esempio le carni sintetiche, ottenute dalla mescolanza di cellule staminali ( estratte comunque da animali vivi ) e fatte crescere all’interno di “bioreattori” fino alla concentrazione desiderata di cellule muscolari. Il fattore di crescita è dato dal fornimento di ormoni e nutrienti che stimolano la proliferazione delle cellule. Primo nutriente fra tutti è il siero fetale bovino, ricavato dal sangue raccolto dal feto di bovine gravide durante il processo di macellazione – una condizione evidentemente non accettabile per vegetariani e vegani.
Cosa ha deciso il governo ?
In data 28 Marzo è stato approvato il DDL, presentato su proposta del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste ( Masaf ) , Francesco Lollobrigida, che prevede il divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici. Di seguito la dichiarazione dell’Assessore.
“Viene sancito il divieto di impiegare, nella preparazione di alimenti o bevande, vendere, detenere per vendere, importare, produrre per esportare, somministrare o comunque distribuire per il consumo alimentare, cibi o mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati”. E pertanto vengono stabilite multe fino a 60.000 euro per chi trasgredisce la legge.
Le finalità del provvedimento vertono prima di tutto sulla tutela dei cittadini e preservazione del patrimonio agroalimentare, inteso come insieme di prodotti frutto di un processo di evoluzione socioeconomica e culturale dell’Italia.
A Lollobrigida, oltre al plauso della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, anche quello di molte associazioni del territorio, prima fra tutte la Coldiretti che si espressa con il commento del presidente Ettore Prandini, “La verità è che non si tratta di carne ma di un prodotto sintetico e ingegnerizzato, che non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali”.
Dunque dopo il limite recato all’utilizzo di farina di insetti, arriva anche il NO alla carne sintetica.
Di contro però non si sono attesi pareri negativi.
“Fare un Ddl che vieta la carne sintetica è sbagliato, soprattutto, in una fase ‘embrionale’ come questa. E’ importante, invece, capire se è possibile produrre delle proteine salvaguardando anche l’ambiente” , ha sottolineato lo chef Giorgio Locatelli, sostenendoche in una economia come quella italiana il chiudersi è del tutto sbagliato. Ha poi concluso lo chef proprietario della “Locanda Locatelli” ribadendo l’importanza dell’ecosostenibilità nella cucina, punta di diamante delle carni sintetiche.
Cosa dice la statistica ?
Effettivamente i numeri ci dicono che la carne da allevamento ha un impatto dell’90% sull’acqua, rischiando consumo del suolo e di energia elettrica pari al 50%. Inoltre, secondo i dati di “Frontiersin Sustainable Food System”, 100 gr di proteine vegetali emettono 1,9 kg di CO2. Numeri, quindi, che mettono a rischio l’impatto ambientale che ha la produzione industriale di carne da allevamento.
Danilo De Luca






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