In Sicilia tutti i bambini della mia generazione e anche prima sono cresciuti con il terrore del pozzo. Non sto parlando di derivazioni cinematografiche, non c’entra il famosissimo film “The Ring” di Gore Verbinski del 2002, qui parliamo di una paura ancora più remota. La paura della Marabbecca. Una creatura presente sulla nostra isola da ormai tantissimo tempo.
Come ci riporta Rosario Battiato nel suo “Creature fantastiche di Sicilia”, edito da Palindromo Edizioni, la Marabbecca è una “creatura con una vorace passione per l’oscurità. Si muove soltanto di notte come un ombra tra le ombre e il suo habitat ideale si trova nei vecchi pozzi che ancora oggi si possono rintracciare in molti paesi della Sicilia”.
Fino a qualche decennio fa si raccontava ai bambini che nei pozzi ubicati fuori dalle case o nelle campagne vi abitasse una strana creatura che era solita trascinare il malcapitato che osava sporgersi troppo, questa creatura era proprio la Marabbecca. L’importanza della paura che assaliva il bambino stava proprio nell’evitare di cadere nel pozzo. Come una sorta di favola dell’uomo nero ‘A Marabbecca era diventata il simbolo dell’oscurità e del pericolo, un espediente usato dagli adulti per preservare i più piccoli.
Ma come avviene spesso in Sicilia, la storia si intreccia con la leggenda e l’origine di un simbolo si perde nella memoria del popolo. Una radice probabile di questa creatura del buio è da rintracciare nei periodi di sincretismo religioso, durante il contrasto tra le ”eresie” pagane e il Cristianesimo, che di lì a poco sarebbe diventata religione predominante. I rituali pagani consistevano nella celebrazione della dea Diana, molte famiglie si riunivano intorno ad un pozzo cercando di scorgere nell’acqua il riflesso della luna, simbolo della dea. Tra questi fedeli del culto di Diana vi erano anche le ”streghe beneventane”, vere e proprie abitatrici di pozzi per sfuggire alle persecuzioni dei cristiani.Probabilmente da queste figure, diffuse nel Sud Italia, trae le suaorigine la Marabbecca, definita anche da molti come una vecchia strega.
Ma andando ancora più indietro e azzardando una possibileorigine del nome dovremmo aggrapparci ad alcune pagine della Bibbia, dove si racconta che Abramo avesse inviato il proprio servo a cercare una moglie per il figlio. Il servo appena arrivato alle porte della città di Harran, stanco e assetato, fu accolto e aiutato da una giovane donna di nome Rebecca (in ebraico corda) che stava prendendo acqua da un pozzo. Dunque è Rebecca la donna del pozzo e “Mamma Rebecca” con il nome deformato in Marabecca, sarebbe diventata la donna-strega che spaventa i bambini.
Oggi più che spaventare, anche perché i pozzi sono quasi introvabili, la Marabecca è diventata una fonte di ispirazione da cui attingere per creazioni letterarie, musicali e non solo. Basti pensare al Vino omonimo e tutte le associazioni culturali che ne portano il nome, perché della Marabbecca ci resta solo il nome e quell’ammonimento tanto famigliare di non sporgerci mai troppo verso il buio e pericoloso ignoto.
Danilo De Luca






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