Il primo lungometraggio di Giuseppe Fiorello, Stranizza d’amuri, è un’opera delicata e toccante che racconta la storia di due ragazzi che cercano l’uno nell’altro una via di fuga da un mondo che non li comprende. Il film è ambientato in Sicilia, durante l’estate del 1982, e durante i mondiali di calcio che agitano il paese.
Il cuore del film è l’amore puro e pulito di Nino e Gianni, un amore che non si lascia condizionare dai pregiudizi e dalle paure del mondo che li circonda. Il regista sottolinea come questo amore venga spesso negato della sua sfera di tenerezza e intimità a causa dello sguardo malpensante degli altri, ma non c’è colpa nell’amore, come sottolinea il film. La dolcezza e il rispetto con cui è stato fotografato l’amore tra i due protagonisti è un invito alla comprensione, alla tolleranza e all’inclusione.
In un’epoca in cui l’omofobia e la discriminazione sono ancora molto presenti nella società, Stranizza d’amuri è un film che invita alla riflessione sulle difficoltà che molte persone LGBTQ+ incontrano ogni giorno.
Il film è dedicato ad un fatto di cronaca realmente accaduto. Il delitto di Giarre è stato un omicidio a sfondo omofobo che ha scosso l’opinione pubblica italiana nel 1980. Le vittime erano due ragazzi omosessuali, Giorgio Agatino, di 25 anni, e Antonio Galatola, di 15 anni, che nel paese venivano chiamati “i ziti”, ossia “i fidanzati”, perché uniti da una relazione. I loro corpi furono trovati il 31 ottobre 1980 accanto l’uno all’altro, in avanzato stato di decomposizione, abbracciati, come se avessero trascorso un disperato e drammatico ultimo momento d’amore prima di morire.
Inizialmente, si pensava che i ragazzi fossero morti per avvelenamento, ma successivamente si scoprì che erano stati uccisi con colpi di pistola. Secondo i primi lanci di stampa, si ipotizzò che si trattasse di un omicidio-suicidio, in cui uno dei ragazzi avrebbe sparato all’altro per poi togliersi la vita. Tuttavia, questa teoria fu subito contestata dalla comunità LGBT+ che denunciò l’omofobia come il vero movente del delitto.
Il delitto di Giarre è stato uno dei casi di omofobia più eclatanti della storia italiana ed è stato uno dei primi ad attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema dell’omofobia. Il film “Stranizza D’Amuri” di Beppe Fiorello, che racconta questa tragica storia, vuole dare voce alle vittime e ricordare che l’odio e il pregiudizio non hanno mai ragione di esistere.
Stranizza d’amuri è anche una canzone di Franco Battiato, il titolo del film vuole, infatti, essere un omaggio al Maestro siciliano, che ha saputo unire la tradizione musicale del sud Italia con elementi della musica contemporanea e di altre culture.
La bellezza della natura, la musica di Franco Battiato e la fotografia del film sono solo alcune delle ragioni per cui Stranizza d’amuri è un’opera che vale la pena di vedere. È un film che ci ricorda che l’amore non ha confini e non dovrebbe essere mai giudicato dalla società, ma accolto con rispetto e apertura mentale.
Valeria Buremi






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