Festa dei Lavoratori tra storia e significato: ecco perché si celebra il 1° maggio


“Se uno passasse un anno intero in vacanza, divertirsi sarebbe stressante come lavorare”. Così William Shakespeare suggerisce che il riposo e la fatica sono due facce della stessa medaglia, ma il cui diritto, soprattutto quello lavorativo, è stato messo in discussione fin dall’Ottocento. A tal proposito, il Primo Maggio rappresenta una data quasi universale che racchiude in sé un grande significato: la Festa dei Lavoratori. Perché si celebra proprio giorno 1 maggio?

La scelta del giorno non è per niente casuale: esso rappresenta e ricorda l’impegni di diversi movimenti sindacali che si sono battuti a favore di obiettivi economici e sociali per i lavoratori, dopo numerose e lunghe battaglie. Il primo giorno del mese ricorda la tragedia della rivolta di Haymarket di Chicago nel 1886: la città era piena di scioperi e proteste di lavoratori che volevano portare l’orati di lavoro a 8 ore al giorno, piuttosto che 12 o 16. Un evento che, prima di essere considerato tale, portò tante conseguenze con sé: il 3 maggio alcuni lavoratori in sciopero furono colpiti dalle forze dell’ordine, provocando due morti e diversi feriti; giorno 4 maggio fu lanciato un ordigno che uccise sei poliziotti e oltre 50 feriti.

Non solo Chicago, ma anche in altre città furono promosse proteste e rivolta a favore dei lavoratori. Tra queste, si ricorda lo slogan australiano del 1855 “8 ore di lavoro, 8 di svago, 8 per dormire”; altri movimenti furono presenti durante il corso dell’Ottocento in vari Paesi, ma quella originale per cui è stata istituita la vesta è la rivoluzione di Chicago.

La festa si celebra anche in Europa a partire dal 1889, quando i socialisti della Seconda Internazionale si erano riuniti a Parigi per ricordare i fatti avvenuti a Chicago; mentre in Italia fu introdotta due anni dopo, nel 1891, interrotta solamente durante il ventennio fascista. In realtà, il primo maggio si celebra in quasi tutto il mondo: in sette Paesi in Africa, 17 in America, 25 in Asia, 32 quelli in Europa più due in Oceania. Tra questi Stati, manca laGran Bretagna, gli Stati Uniti e il Canada.

Giulia Manciagli

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