Cresce l’occupazione femminile, ma è ancora ultima in Europa: i dati


L’Italia ancora si trova ancora molto chiusa nei confronti del gender gap, il divario tra uomini e donne presente in moltissimi ambiti e che hanno un impatto abbastanza significativo sulla società attuale e sulla vita quotidiana ed in particolar modo, sul mondo del lavoro. Il mercato del lavoro si rivela essere dinamico, con un’occupazione che, in Italia, è salita al 61%, mentre la disoccupazione è diminuita al 7,8%. Sono percentuali emerse durante il rapporto Istat dell’aprile 2023, mese che ha visto un tasso di occupazione più alto di sempre. 

In questo scenario, le donne hanno preso il sopravvento: difatti, cresce l’occupazione di femminile in Italia, facendo registrare una cifra che quasi sfiora 10 milioni di donne italiane impiegate, rispetto ad un 8,7 milioni di lavoratrici registrate nel 2004. Le donne hanno saputo far aumentare questo tasso, ancora in crescita,rispetto agli uomini. 

Nonostante questo fenomeno appaia confortevole e grandioso in Italia, di certo non lo si può dire a livello internazionale. L’Italia, con il suo tema dell’occupazione femminile, è in ultima posizione in Europa. Il divario che esiste tra lo stato italiano e il dato dell’Unione Europea è cresciuto, passando dall’11,3% del 2004 al 14,4% del 2022. 

Il rigido mercato italiano viene mostrato anche con i dati sulla conciliazione vita-lavoro, definendolo il più rigido della media europea. I dati dimostrano come le donne non godono di particolare flessibilità come gli uomini, soprattutto le donne laureate, e sono meno coinvolte nell’organizzazione del lavoro. 

Adesso, un obiettivo posto nel tentare di superare il gap tra occupazione femminile e maschile risiede nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il quale intenta valorizzare l’imprenditorialità femminile e introdurre un sistema nazionale di certificazione della parità di genere.

Giulia Manciagli

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