La Cattedrale di Sale di Realmonte: una fra le più grandi di tutta Europa


Posti incantevoli, luoghi idilliaci e paesaggi incantevoli: tutto raffigurato nella grande isola della Sicilia, terra dalle mille soprese. Tutti gli scenari siciliani citati si trovano davanti gli occhi di tutti, sulla terra ferma o nel cielo: esistono anche tesori abbastanza sorprendenti anche nel sottosuolo, non solo in mare, ma anche sulla terra ferma. È il caso della Cattedrale posta all’interno di una grotta e costruita interamente di sale. Nascosta nel cuore della Sicilia, essa si trova nella città di Realmonte ad Agrigento, a pochi passi dalla famigerata Scala dei Turchi.

La Cattedrale rappresenta a tutti gli effetti un luogo di culto, costruito intorno agli anni 2000 dai minatori che ci lavoravano. A più di 50 metri di profondità, si accede alla Cattedrale tramite cunicoli e gallerie. Essa riesce ad ospitare fino ad 800 persone; è alta 8 metri, larga 20 metri e lunga 100 metri. Tutti i dettagli sono interamente composti di sale, dalle pareti alle fontane di acquasanta, compreso il pulpito e le statue interne dedicate a Santa Barbara e alla Sacra Famiglia.

 

La devozione a Santa Barbara deriva proprio dai minatori stessi che l’hanno realizzata, in quanto la Santa rappresenta e protegge tale categoria di lavoratori. A tal proposito, ogni 4 dicembre, in occasione della celebrazione della Santa, viene celebrata una messa in suo onore. 

 

I dati mostrano come la miniera sia una tra le più grandi in tutta Europa: la prima in assoluto è la miniera di sale di Wieliczka, l’attrazione più popolare della Polonia con un tunnel di oltre 245km. Ad oggi, la miniera agrigentina risulta essere chiusa al pubblico, ma è sempre una miniera di salgemma ancora attiva in Sicilia, insieme a quella di Racalmuto e quella di Petralia Soprana.

 

Com’è possibile costruire una miniera di sale? Come fa a reggere? A tali domande ha risposto il geologo Calogero Schembri, sostenendo che “il sale che si trova a Realmonte ha una datazione di 6 milioni di anni”; così si dimostra la differenza fra il sale che si recupera dall’essiccazione e questo che si estrae.

 

Giulia Manciagli

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