Quando il terreno è secco, la sua capacità di assorbire la pioggia è compromessa. Questa condizione, paradossalmente, contribuisce al rischio di inondazioni. La mancanza prolungata di pioggia o le condizioni meteorologiche estreme riducono significativamente la capacità del terreno di assorbire l’acqua. Allo stesso modo, se il terreno è già saturo a causa di piogge precedenti o altri fattori, la nuova precipitazione non riesce ad infiltrarsi e resta in superficie. In situazioni di piogge intense e persistenti, il rischio di inondazioni aumenta notevolmente a causa dell’accumulo d’acqua in eccesso. Questo fenomeno mette in luce come la carenza o l’eccesso di umidità nel terreno possano entrambi contribuire alla vulnerabilità delle aree agli eventi alluvionali sempre più frequenti e devastanti.
Siccità estiva e terreni aridi
L’attuale panorama climatico ha gettato una lunga ombra sulla nostra nazione. La mancanza quasi assoluta di pioggia combinata con le temperature sorprendentemente elevate degli scorsi mesi ha generato un quadro preoccupante per gran parte del Paese. Secondo le recenti dichiarazioni dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (ANBI), sebbene la situazione di siccità attuale sia leggermente migliore rispetto all’anno precedente, l’inizio dell’anno idrologico porta con sé gravi problematiche. Questo perché i terreni, già prosciugati dall’assenza di precipitazioni significative, evidenziano una carenza nelle riserve idriche nazionali, aggravata ulteriormente dal caldo che ha accelerato il processo di scioglimento dei ghiacciai alpini.
L’analisi dei dati meteorologici evidenzia un aumento della temperatura media globale di circa 1,40° rispetto alla media dell’era preindustriale, registrato nel periodo da gennaio a settembre. Questa situazione ha portato a un’inaridimento dei terreni, compromettendo la loro fertilità e rendendoli ostici da coltivare. Il terreno, asciutto e poco permeabile, rappresenta una sfida sempre più grande per l’agricoltura e l’economia rurale. Questo scenario di aridità mette in evidenza la fragilità dei nostri sistemi di approvvigionamento idrico e l’urgenza di strategie concrete per affrontare le conseguenze devastanti della siccità su vasta scala.
Impatto della siccità
La siccità, oltre a rappresentare una sfida per l’agricoltura e la coltivazione del terreno, proietta la sua ombra anche sulle aree urbane. Nelle città, dove cemento e asfalto dominano il panorama, la permeabilità del suolo è drasticamente compromessa. Questi materiali favoriscono l’impermeabilizzazione del terreno, aumentando il rischio di accumulo di grandi pozze d’acqua durante piogge intense. Questo fenomeno non solo rende difficile l’assorbimento dell’acqua dal suolo ma aumenta anche la probabilità di inondazioni nelle aree urbane.
Gli scenari di siccità e inondazioni, paradossalmente collegati, non sono estranei alle previsioni degli esperti del Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC). Da anni, questi esperti hanno messo in guardia sul fatto che il cambiamento climatico non solo prolungherà i periodi di siccità, ma renderà sempre più frequenti le precipitazioni intense, creando condizioni ideali per alluvioni devastanti. Queste prospettive delineate dall’IPCC richiedono un’immediata attenzione e azione da parte dei decisori politici, delle comunità locali e della società nel suo complesso per adattarsi a un futuro climatico sempre più mutevole e imprevedibile.
In conclusione, la stretta correlazione tra siccità e inondazioni rappresenta un ciclo pericoloso che richiede un approccio olistico e collaborativo. L’adozione di politiche sostenibili, la gestione efficiente delle risorse idriche e l’implementazione di pratiche agricole e urbane consapevoli possono mitigare l’impatto devastante di queste sfide connesse al cambiamento climatico. Solo attraverso sforzi coordinati e misure preventive mirate sarà possibile affrontare efficacemente la complessità di questo dilemma ambientale in rapida evoluzione.
Valeria Buremi






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