1980 – 2024: L’omicidio Mattarella 44 anni dopo.


Domenica 6 gennaio 1980, un’atmosfera di festa avvolgeva Palermo. L’aroma dei dolci della Befana permeava l’aria, mentre i genitori scambiavano sorrisi durante le ultime ore di vacanza. Per la maggior parte degli italiani, la Messa domenicale era ancora una consuetudine, e così decideva di fare anche il presidente della Regione Sicilia, esponente di spicco della Democrazia Cristiana, Piersanti Mattarella.

Tuttavia, quel giorno di gioia si trasformò in tragedia. Mentre si dirigeva in chiesa con la moglie Irma, la suocera Franca, e la figlia Maria, Mattarella fu vittima di un agguato mortale. Un sicario si avvicinò all’auto e, attraverso il finestrino, sparò colpi di rivoltella calibro 38. Nonostante il tentativo di protezione di Irma, che gli costò una ferita alla mano, Piersanti Mattarella perse la vita in un attacco che avrebbe sconvolto non solo Palermo e la Sicilia, ma l’intera Italia, alle prese con la difficile lotta contro la mafia.

Le immagini di quel giorno, tra lacrime, stupore e paura, sono indelebili nella memoria di coloro che avevano qualche capello bianco in più. Il fratello di Piersanti, Sergio Mattarella, che in seguito sarebbe diventato Presidente della Repubblica, si precipitò sul luogo dell’attacco. La storica foto in cui tiene in braccio il fratello morto è ancora impressa nei cuori dei siciliani, a distanza di 44 anni.

Sergio Mattarella, avvocato ed accademico, aveva sempre mantenuto un forte legame con la Sicilia, come dimostrava la sua carriera politica. Dal 1964 al 1980, anno della morte di Piersanti, aveva ricoperto incarichi di rilievo nella Democrazia Cristiana. Nel 1978, era stato nominato presidente della Regione Sicilia.

Mattarella, nel corso dei suoi due mandati regionali, aveva cercato di contrastare l’illegalità e promuovere la trasparenza. Imponendo regole severe sugli appalti pubblici e riducendo gli indici di edificabilità dei terreni agricoli, si era attirato l’ostilità della criminalità organizzata. La Sicilia aveva bisogno di rinascere, e lui aveva deciso di affrontare la sfida.

Nell’epoca in cui Cosa Nostra dominava sull’isola, uccidendo giornalisti, procuratori, carabinieri e magistrati, Mattarella non si lasciò intimidire. Questa decisione coraggiosa, però, gli costò la vita, come a molti altri prima e dopo di lui.

Inizialmente considerato un attentato terroristico, l’omicidio di Mattarella venne successivamente ricondotto alla sua azione contro il circuito perverso tra mafia e pubblica amministrazione. Nel 1995, la Corte di Assise dichiarò che l’azione di Mattarella mirava a bloccare tale circuito, incidendo pesantemente sugli illeciti interessi. Nel 1999, la Corte di Cassazione confermò la sentenza.

Nel 2018, la Procura di Palermo ha riaperto le indagini sull’omicidio Mattarella, alla ricerca di nuovi collegamenti tra Cosa Nostra e il terrorismo di destra. Molti tasselli mancano ancora, e i misteri persistono. Spetta ai magistrati stabilirlo, con la speranza che la verità possa emergere 44 anni dopo.

Danilo De Luca

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