Il mese di dicembre appena concluso ha segnato un record storico per la Sicilia, emergendo come il dicembre meno piovoso degli ultimi cento anni. Secondo il Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano, il quarto mese consecutivo di pesanti deficit pluviometrici ha creato una situazione senza precedenti, superando persino le gravi siccità degli anni ’70, ’80 e quella del 2002.
L’analisi degli annali idrologici rivela un’allarmante scarsità di precipitazioni nel secondo semestre dell’anno, risultando inferiori persino alla media regionale della grave siccità del 1977. Sebbene il deficit attuale non sia catastrofico a breve termine, ciò è dovuto alle insolite piogge di maggio e giugno, che, paradossalmente, hanno causato danni significativi alle colture.
Il Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano riporta che sulla rete Sias, il mese di dicembre ha visto un accumulo medio stimato di soli 30 mm. In media, si sono avuti 5 giorni piovosi, ma le disparità sono state evidenti, con la stazione Sias Agira (Enna) che ha registrato zero eventi piovosi, mentre Pantelleria ha goduto di 11 giorni di pioggia, grazie a una depressione sviluppatasi sullo Stretto di Sicilia.
Le province lungo la fascia tirrenica hanno sperimentato un numero di giorni piovosi superiore alla media, tra 6 e 9 giorni, mentre Agrigento, Enna e Caltanissetta sono state penalizzate con soli 2-4 giorni di pioggia.
Le stazioni Sias hanno riportato accumuli pluviometrici inferiori alla norma del periodo, con la stazione Naso (Me) registrando il massimo mensile di 130 mm in 8 giorni piovosi. Il massimo accumulo giornaliero, pari a 33 mm, è stato registrato il 15 dicembre a Termini Imerese (Palermo). Tuttavia, tutte le stazioni, eccezion fatta per Pantelleria, hanno segnato scarti percentuali notevoli, con la stazione di Agira che ha riportato un -96%.
La siccità storica in Sicilia richiede attenzione e misure preventive per affrontare le sfide che questa situazione climatica potrebbe portare nel prossimo futuro.
Il rischio, serio, è che in Sicilia si possa assistere ad una progressiva desertificazione con il trascorrere del tempo. La nostra Regione, infatti, al momento è desertica per il 42,9% della sua superficie e le previsioni sono in peggioramento. Ogni anno sono 117 i km quadrati che diventano deserto in Sicilia, secondo uno studio della Società meteorologica italiana. Un’area grande come tutte le Isole Eolie messe insieme. Una tendenza che ci porterà il nostro territorio ad assumere questa caratteristica entro dieci anni per circa tre quarti della sua estensione.
Le conseguenze di questo disastro, oltre che ambientali, stanno venendo fuori anche dal punto di vista sociale: infatti le aree più compromesse vengono abbandonate dalla popolazione siciliana, in particolare quelle centrali. Secondo i dati diffusi da Eurostat nel 2022, nelle zone di Enna e Caltanissetta, si è assistito un calo di popolazione [2] tra il 9,6% e il 7,8%, ovvero oltre 310mila persone che hanno lasciato la Sicilia. Gli esperti, considerando anche i numeri negativi relativi a dicembre, temono adesso che la tendenza verso la desertificazione possa divenire incontrovertibile.
Danilo De Luca






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