Blue Monday: il giorno più deprimente dell’anno è alle porte


Il terzo lunedì di gennaio, noto come Blue Monday, si staglia come una data di malinconia universale, un’ombra cupa che si proietta sul nostro umore. Questa particolare giornata, contrassegnata da una presunta tristezza diffusa, ha le sue radici in una strategia di marketing astuta. Nel 2005, la compagnia di viaggi Sky Travel ha ideato una campagna per convincere i propri clienti che la malinconia avvertita in questo specifico giorno avesse basi scientifiche. L’insidia emotiva del Blue Monday è stata presentata come un problema risolvibile, un’occasione per scappare verso destinazioni più allegre e distanti. Tuttavia, dietro questa artificiosa iniziativa commerciale, ci sono anche ragioni più profonde che contribuiscono al grigiore dell’umore di gennaio, come la fine del periodo natalizio e il ritorno inevitabile alla frenesia quotidiana del lavoro.

Il significato del blue

L’associazione del colore blu alla tristezza affonda le sue radici nel lontano XIV secolo, quando lo scrittore inglese Geoffrey Chaucer, nel suo poema “The Complaint of Mars”, immortalò l’espressione “with tears of blue and a wounded heart” (con lacrime blu e un cuore tormentato). Questa scelta linguistica ha plasmato l’immaginario collettivo, trasmettendo il concetto di malinconia attraverso il simbolismo del colore. La curiosa connessione tra il blu e la tristezza non si è limitata al passato, ma ha continuato a permeare la cultura contemporanea. Nel film del 2015 “Inside Out”, il personaggio che personifica la tristezza è dipinto di blu, consolidando ulteriormente questa associazione. Le lingue stesse hanno assimilato questa convenzione, come dimostrato dall’espressione inglese “feeling blue” (sentirsi blu) e dalla sua controparte francese “avoir le blues” (avere i blu), entrambe riflettendo il legame intrinseco tra il colore e lo stato d’animo malinconico. Mentre il Blue Monday si avvicina, il simbolismo del blu continua a tessere la trama di una giornata in cui la melanconia si fa sentire in modo tangibile.

Il volto variegato del Blue Monday

Intricato tra le sfumature culturali e linguistiche, il Blue Mondayassume significati sorprendentemente diversi in diverse parti del mondo. In Olanda, “blauwe maandag” indica un impegno breve e senza continuità, lontano dall’aura di tristezza attribuita altrove. In Germania, “der Blauer Montag” non si lega affatto alla malinconia, bensì al XIII secolo quando fu coniato per identificare i lunedì di riposo. Una teoria suggestiva suggerisce che l’origine dell’espressione possa derivare da “blau zu sein”, ossia “essere ubriachi”, sottintendendo un’assenza dal lavoro causata da una sbornia. Addirittura il sabato, in Germania, si tinge di blu con il “Samstags-Blues”, un’antitesi del Blue Monday, utilizzato per descrivere la sensazione di inutilità nel non lavorare durante il sabato. Questa varietà di interpretazioni evidenzia come, nonostante la connotazione universale di malinconia associata al Blue Monday, la sua percezione può differire notevolmente, dimostrando che la tristezza, talvolta, può essere solo una questione di prospettiva culturale.

Valeria Buremi

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