Il prestigioso Teatro Bellini di Catania ha inaugurato con magnificenza la nuova stagione d’opere e balletti, affrontando il repertorio del Secolo Breve con l’opera “Turandot” di Giacomo Puccini. Questo capolavoro, ancora vibrante di vita grazie al genio di Puccini, è stato presentato in una versione straordinaria che include il completamento del III atto ad opera di Luciano Berio.
La trama suggestiva ed articolata, scritta da Adami e Simoni, fonde crudeltà e delicatezza in un connubio unico. Puccini, lontano dal convenzionale, ci offre una “Turandot” completa e avvolgente, una sfida (im)possibile che continua ad affascinare il pubblico con nuove sfumature di lividi, funerei ma sorprendentemente indulgenti. L’allestimento di Alfonso Signorini, con scene di Carla Tolomeo e costumi di Fausto Puglisi, presenta la fiaba di Turandot in una cornice sfarzosa e cromaticamente generosa.
L’orientalismo è trattato con eleganza e un tocco di horror vacui, rispettando la scrittura musicale di Puccini e offrendo una prospettiva unica. Nella lenta e sinistra processione dei servi del boia, la platea diventa uno spazio scenico a sé stante, con la partecipazione del Coro interscolastico Vincenzo Bellini diretto da Daniela Giambra, che porta avanti in modo straordinario questo spettacolo. Ma l’elemento di novità è sempre dietro l’angolo e per la regia «la chiave di tutto è in mano alle donne. Una in particolare, che non è Turandot, ma che potrà risolvere il destino di quanto deve essere risolto». Il fatto che a muovere le fila della narrazione sia una donna non stupisce in questa Turandot, che rappresenta una giovane riproposta dell’opera incompiuta del 1924.
Il finale di Berio, un innesto sublime, riporta il pubblico nel Novecento con uno stile riconoscibile e al tempo stesso immerso nell’originale pucciniano. La Compagnia, con talento e incanto, si guadagna applausi calorosi e una standing ovation. Angelo Villari-Calaf interpreta magistralmente, offrendo una “Nessun dorma” drammatica e coinvolgente. Elisa Balbo e Liù emozionano con una sintonia struggente.
I “ministri” Ping, Pang, Pong (Vincenzo Taormina, Saverio Pugliese, Blagoj Nakoski) aggiungono un tocco grottesco e inquietante, mentre Daniela Schillaci trascina il pubblico nel mondo gelido e appassionato di Turandot con un’esibizione magistrale. La produzione di “Turandot” a Catania in coproduzione con il Festival Pucciniano di Torre del Lago e l’Opera nazionale Georgiana di Tblisi è stata un trionfo di talento, emozione e maestria artistica, celebrando sia la tradizione operistica che l’innovazione scenica e interpretativa.
Come ha precisato la prof.ssa Maria Rosa De Luca, la scelta di avviare questa Stagione catanese con l’opera pucciniana – in scena dal 12 al 20 gennaio 2024 – non è un caso. L’intento è quello di onorare il Compositore celebrando l’anno pucciniano nell’anniversario del centenario della sua morte. La stessa che gli impedì di completare proprio quest’ultima opera, che mirabilmente – come si evince dall’epistolario a cura del suo librettista Giuseppe Adami (1878-1946) – fa del “suo canto il nostro canto”.
Il Teatro Bellini di Catania continua a dimostrare che l’aggregazione è sinonimo di vita, coinvolgendo il pubblico in una serata indimenticabile di arte e spettacolo.
Durante la programmazione di Turandot sarà ancora possibile sottoscrivere nuovi abbonamenti all’intera Stagione di opere e balletti, fino alla data corrispondente al turno prescelto. Al tempo stesso già dal 5 gennaio è possibile acquistare i biglietti per i singoli spettacoli di tutti i titoli.
Il cartellone ne conta in tutto sette, 5 di lirica e 2 di danza, aperti proprio da Turandot per snodarsi in sequenza lungo l’intero anno solare. Di particolare rilievo l’omaggio alla letteratura siciliana con un dittico di melodrammi posti entrambi in musica da Marco Tutino, tra i maggiori compositori in attività: a lui il Teatro Massimo Bellini di Catania ha commissionato la novità assoluta Il berretto a sonagli, tratta dalla commedia di Luigi Pirandello, su libretto dello stesso Tutino, che sarà abbinata all’atto unico La Lupa, ispirata alla novella di Giovanni Verga e rappresentata per la prima volta nel 1990 su libretto di Giuseppe Di Leva. Dirige Fabrizio Maria Carminati, bacchetta di chiara fama e direttore artistico del Bellini, per la regia visionaria e raffinata di Davide Livermore. La scenografia è di Livermore&Cucco, i costumi di Mariana Fracasso. Nel cast Nino Surguladze / Laura Verrecchia (la Lupa e la Signora Assunta La Bella), Irina Lungu / Valentina Bilancione (Mara e la Signora Beatrice), Alberto Gazale (Ciampa), Sergio Escobar (Fifi La Bella) per evento che ha già suscitato vivo l’interesse nel mondo musicale (dal 1 al 9 marzo).
Danilo De Luca






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